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Su istruzione giovani italiani svantaggiati rispetto a Ue

Su istruzione giovani italiani svantaggiati rispetto a Ue

In 2019 19% laureati. Target è 40%

ROMA, 11 settembre 2020, 12:49

Redazione ANSA

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I giovani italiani sono più istruiti del resto della popolazione ma resta uno svantaggio marcato dell'Italia rispetto al resto dell'Europa. Lo sottolinea l'Istat nell'audizione alla commissione Bilancio della Camera sull'utilizzo delle risorse del Recovery fund. Nel 2019, in Italia, la quota di giovani laureati è del 27,6% a fronte del target del 40% mentre l'Unione Europea nel suo complesso e grandi paesi come la Francia e la Spagna hanno già superato il target previsto. L'Italia - sottolinea l'Istat - "resta al penultimo posto nell'Ue, sopra la Romania". Anche le prospettive occupazionali dei giovani laureati sono, in Italia, relativamente più deboli rispetto ai valori medi europei: la quota degli occupati tra i 30-34enni laureati arriva al 78,9% contro un valore medio nella Ue dell'87,7%. Solo il 24,6% dei laureati 25-34enni ha conseguito il titolo nelle aree disciplinari scientifiche e tecnologiche (STEM: Science, Technology, Eengineering and Mathematics), con un divario di genere molto forte: 37,3% degli uomini contro il 16,2% delle donne. Le quote si invertono per le lauree umanistiche: 30,1% tra le laureate e 15,6% tra i laureati. L'attenzione alla scelta dell'indirizzo di studio universitario - segnala l'Istat - si riflette in importanti differenze tra i tassi di occupazione dei laureati per area disciplinare. Nel 2019, il tasso di occupazione della popolazione laureata (25- 64 anni) raggiunge il livello più alto per l'area medico-sanitaria e farmaceutica (86,8%), seguono le lauree nell'ambito STEM (83,6%), quelle dell'area socioeconomica e giuridica (81,2%) ed infine i titoli dell'area umanistica e servizi (76,7%). L'Italia ha invece una percentuale superiore rispetto alla media europea di "early leavers", ovvero di persone che abbandonano precocemente gli studi. La quota di giovani (15-29 anni) in Italia non più inseriti in un percorso scolastico/formativo e neanche impegnati in un'attività lavorativa, i cosiddetti NEET (Neither in Employment nor in Education and Training) è pari al 22,2% e corrisponde a circa 2 milioni di giovani. La quota di NEET è la più elevata tra i Paesi dell'Unione, di circa 10 punti superiore al valore medio Ue28 (12,5%) e decisamente distante dai valori degli altri grandi Paesi europei.
   

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