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Cdp, cambio di passo su cooperazione con Fondo per il clima

Cdp, cambio di passo su cooperazione con Fondo per il clima

Strategia per colmare gap dell'Italia in finanza dello sviluppo

ROMA, 09 dicembre 2022, 09:43

Redazione ANSA

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© ANSA/EPA

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L'Italia ha ritardi da colmare rispetto agli altri Paesi europei in termini di risorse mobilitate per lo sviluppo sostenibile e della tutela del clima, secondo le linee guida strategiche settoriali di Cdp 'Cooperazione internazionale e finanza per lo sviluppo'. Il Paese tra il 2019 e il 2021 ha fornito aiuti pubblici allo sviluppo pari allo 0,2% del reddito nazionale lordo, a fronte di valori compresi tra lo 0,5% e lo 0,7% per Francia, Germania e Regno Unito.
    Anche nell'ambito della finanza per il clima, l'Italia ha finora mobilitato 0,5 miliardi di dollari l'anno a fronte dei 6-8 miliardi di Francia e Germania. Per aumentare il contributo italiano, è stato istituito il Fondo Italiano per il Clima, gestito da Cdp, che è stato presentato alla Conferenza delle Nazioni Unite di Sharm El Sheikh COP27. Con una dotazione di 4,2 miliardi di euro in cinque anni, il Fondo è, per Cdp, un "unicum nel panorama europeo per dimensioni, ampiezza del perimetro di intervento e diversità di strumenti finanziari e rappresenta l'occasione per un cambio di passo per l'Italia nella Finanza per il Clima globale".
    La Cassa , che è l'istituzione finanziaria italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, individua due macro-aree di focus per l'azione nei Paesi partner, con un'attenzione ai settori dove il sistema produttivo italiano è più forte. Le due aree sono la tutela del clima e dell'ambiente (energie pulite, efficientamento energetico, economia circolare, adattamento climatico) e la crescita sostenibile e inclusiva attraverso lo sviluppo delle filiere locali, lo sviluppo di infrastrutture sostenibili e resilienti, il miglioramento dell'accesso al credito e ai servizi essenziali per le comunità locali.
    L'Italia, secondo questa analisi, "tramite l'azione di Cdp, complementare rispetto agli attori pubblici della Cooperazione, può colmare i gap" con gli altri grandi Paesi europei.
   

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