Il proxy advisor Glass Lewis, uno
dei grandi consulenti dei fondi nelle assemblee delle società
quotate, invita gli investitori a non concedere la manleva al
cda di Solvay per l'operato dell'ultimo esercizio, puntando il
dito sul danno reputazionale che minaccia il gruppo belga della
chimica per via del controverso impianto che scarica in mare i
residui della produzione di carbonato di sodio a Rosignano, in
Toscana
"L'esposizione della società ai rischi reputazioni è
significativamente aumentata lo scorso anno dopo le accuse che
gli scarichi dell'impianto di Rosignano possano contenere
metalli pesanti inquinanti e la relativa attenzione dei media,
come pure di azionisti della società e attivisti. Alla luce di
questi sviluppi riteniamo che il danno reputazione derivante da
queste tematiche possa alla fine avere un impatto negativo sul
valore degli azionisti", afferma Glass Lewis.
L'ordinamento belga prevede che le società sottopongano
annualmente l'operato del cda alla ratifica dei soci, che in
caso di approvazione vedono limitato il loro potere di muovere
contestazioni. Un basso consenso, sottolinea Glass Lewis, "è
fonte di imbarazzo per la società e può portare a un danno
reputazione ai componenti del board".
Il fondo Bluebell, associazioni ambientaliste, attivisti ed
alcuni esponenti politici del M5S contestano a Solvay di
scaricare in mare, assieme ai residui della lavorazione del
calcare che conferiscono alle 'spiagge 'bianche' di Rosignano il
loro artificioso aspetto caraibico, anche metalli pesanti
dannosi per l'ambiente. Un'accusa respinta dal gruppo belga,
secondo cui - si legge nel sito dedicato all'impianto - a
Rosignano si produce "nel pieno rispetto delle normative locali
e nazionali e degli elevati standard di Solvay a protezione di
salute, sicurezza e ambiente" e in mare finiscono solo "solidi
sospesi come gesso, sabbia e argilla, tutti materiali naturali,
inerti, atossici e non pericolosi"
All'inizio del 2022 il Mite ha rinnovato l'Aia di Rosignano
per 12 anni, con la possibilità di continuare a scaricare in
mare fino a 250 mila tonnellate all'anno di solidi sospesi. Il
provvedimento è stato impugnato al Tar della Toscana da
Bluebell, Wwf Italia, Project Zero, la onlus Medicina
Democratica e numerosi cittadini di Rosignano.
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