Le sfide legate al cambiamento
climatico, oggetto di discussione in ambito di G20, "non possono
essere approcciate con soluzioni applicabili soltanto su scala
locale". Lo afferma Roberto Giacomelli, partner di Ey ed esperto
di cambiamenti climatici e sostenibilità. A suo avviso "la
cooperazione è un elemento imprescindibile per raggiungere gli
obiettivi prefissati", per i quali occorre "fare leva sulle
opportunità offerte dalle nuove tecnologie e dai cambiamenti
sociali in atto".
"I Governi - aggiunge Giacomelli - sono chiamati a rispondere
con forza per dare piena attuazione agli impegni presi sui
cambiamenti climatici a livello internazionale, con l'Accordo di
Parigi, ed europeo, con il Green Deal". Riferendosi
all'obiettivo della neutralità carbonica al 2050 fissato dall'Ue
Giacomelli sottolinea che per raggiungerlo "l'intervento del
settore pubblico non è sufficiente". A suo avviso "le
tempistiche e la portata degli investimenti necessari rendono il
coinvolgimento diretto delle imprese imprescindibile". Un
coinvolgimento che "vediamo già oggi", con "un numero sempre
maggiore di aziende che intraprende un percorso per la riduzione
delle emissioni di gas serra e in ultima battuta per il
raggiungimento della carbon neutrality".
Un percorso di decarbonizzazione però "non può prescindere
dalla valutazione delle trasformazioni tecnologiche e in primis
di quelle del comparto energetico". Qui secondo Giacomelli "i
dati parlano chiaro, ad esempio, per la diffusione dell'idrogeno
verde". "Se confrontiamo il costo per MWh di metano per uso
commerciale con l'idrogeno verde, - spiega - osserviamo che il
secondo ha un costo circa 6 volte più elevato, passando passando
da 45 a circa 270 euro a MWh". "Questo - conclude - significa
che saranno necessari ingenti sussidi pubblici al fine di
rendere lo switch verso l'idrogeno verde praticabile e
competitivo prima del 2030".
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