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Ravasi: abbiamo la speranza che ci sia più interculturalità

Presidente Pontificio consiglio cultura al Festival di Trento

TRENTO ANSAcom

 "Oggi la cultura, come pensiero nobile, è un concetto superato. Ora parlare di cultura vuol, dire partire dal fatto che non viviamo più con un unica cultura, come quella europea o del nord del mondo. Abbiamo la speranza che ci sia più interculturalità, però abbiamo delle derive". Lo ha detto il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura, ospite del Festival dell'Economia di Trento, in dialogo con la scrittrice Silvia Avallone.
    Ravasi ha parlato di filosofia, etica e spiritualità: "L'antropologia, così come la leggiamo, è la prospettiva che abbiamo è quella di definire non soltanto la pelle delle persone, ma di definire anche ciò che batte su questa pelle, che può essere anche il divino, per il credente, e dall'altra si può definire quel mistero che ci circonda". Citando Gilbert Keith Chesterton, Ravasi ha detto che "il mondo perirà per mancanza di meraviglia".
    La seconda testimonianza - ha proseguito Ravasi - è quella di Paul Ricoeur: "Viviamo in un'epoca in cui alla bulimia dei mezzi corrisponde l'atrofia dei fini". "Pensiamo alla tecnologia, all'informatica, alla scienza. Dall'altra però quanto poco ci si interroga sul senso della vita".

In collaborazione con:
FESTIVAL ECONOMIA DI TRENTO

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