Il nuovo Piano al 2030 di A2a prevede il quadruplicamento delle infrastrutture legate alla mobilità sostenibile rispetto al precedente, con 24mila punti di ricarica elettrica al 2030. Le infrastrutture saranno sia a bassa potenza (fino a 7kW) sia ad alta potenza (oltre 50 kW), "per favorire - spiega il Gruppo - sia una modalità di erogazione lenta (ad esempio di notte), sia rapida, simile a quella delle stazioni di rifornimento tradizionali". Per i segmenti di mobilità che non avranno un'evoluzione verso l'elettrico, come il trasporto pesante, A2a vuole mettere a disposizione soluzioni come l'idrogeno verde e il bio-Gnl. Il Gruppo ha in programma di sviluppare infatti oltre 60 impianti di bio-metano di cui almeno 5 con liquefazione per ottenere bio-Gnl, mentre per la produzione di idrogeno si potranno sfruttare fonti di energia prodotta continuativamente come quella dei termovalorizzatori, con un "modello di business decentralizzato, basato su ecosistemi locali al servizio dell'industria e del trasporto pesante", spiega il Gruppo. "Circa il 30% delle emissioni di Co2 in Italia derivano dal settore della mobilità - afferma il gruppo - e sarà possibile abbattere le emissioni dei trasporti di merci e persone con una penetrazione sempre più rilevante di auto elettriche e mezzi pesanti alimentati a idrogeno e bio-Gnl". Nel 2021 l'8% delle auto vendute in Italia sono state elettriche (pure e ibride plug-in) e con l'incremento previsto nei prossimi anni A2a intende "favorire l'adozione di questo modello di mobilità sostenibile".
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A2a