Tradizione, qualità e innovazione sul lavoro, tutto all’insegna della sostenibilità, una visione completa del concetto di sostenibilità, in campo economico, sociale e ambientale. “Possiamo dire che per noi di Clai la sostenibilità c’è stata fin dal primo giorno, dal 1962, quando è stata costituita la cooperativa. Poi negli ultimi anni abbiamo investito molto nella sostenibilità con un impianto a biogas e i pannelli fotovoltaici. Ma sostenibilità a 360 gradi è anche cultura, una cultura che devono avere i nostri lavoratori, dipendenti e soci di vedere il mondo e saperlo preservare, in azienda cerchiamo di lavorarci continuamente”, spiega Pietro D’Angeli, direttore generale di Clai, cooperativa di lavoratori agricoli imolesi attiva sul mercato delle carni e dei salumi.
Fare sviluppo inclusivo e sostenibile nell’agroalimentare significa operare con una visione in grado di armonizzare la redditività dell’impresa, con gli impatti ambientali e i valori sociali. E per Clai la sostenibilità ambientale è un elemento distintivo della politica di filiera. Un esempio concreto, oltre all’istallazione di pannelli fotovoltaici sopra ogni sito produttivo, è proprio la realizzazione negli scorsi anni dell’impianto di biogas nello stabilimento principale di Sasso Morelli, alimentato dai sottoprodotti di macellazione, che produce il 100% di fabbisogno energetico ed energia termica per il salumificio. Nel sito di Faenza, inoltre, è prossimo all’attivazione un nuovo impianto di cogenerazione a gas naturale, che consentirà di ridurre ulteriormente l’approvvigionamento di energia elettrica e termica dalle reti nazionali dell’azienda. A questo si aggiunge l’intervento che nel 2000 ha permesso il recupero di ‘Villa La Babina’, a Sasso Morelli, complesso di valore storico, architettonico e ambientale che altrimenti sarebbe andato perduto, dove oggi sorge il centro direzionale Clai.
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Clai