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Mutti spinge su impegno green, 1,5 milioni per la sostenibilità

A Cibus il primo bilancio ambientale, dossier con stakeholder

PARMA ANSAcom

Riduzione delle emissioni di CO2 di 1.500 tonnellate negli ultimi due anni, imballaggi primari e secondari riciclabili ormai al 100%. Netta riduzione del consumo di acqua e dell'energia impiegata, impegno nella riforestazione. Un investimento iniziale, pluriennale, di un milione e mezzo di euro dedicato esclusivamente a progetti di sostenibilità ambientali. Sono alcuni dei numeri dell'impegno 'green' di Mutti, azienda emiliana leader nella lavorazione del pomodoro, che oggi a Cibus, il Salone internazionale dell’alimentazione a Parma, ha presentato il suo primo Bilancio ambientale. Un documento compartecipato da diversi stakeholder.
L'importante crescita dell’azienda, che vede raddoppiati i volumi di pomodoro trasformati negli ultimi cinque anni, e la forte spinta a rafforzare la presenza internazionale hanno portato Mutti a proseguire nel percorso di sostenibilità ambientale con nuove forze e nuovi stimoli. In questo contesto negli ultimi anni il gruppo ha avviato varie iniziative volte a identificare i tratti caratteristici dell’impronta ecologica associata alle sue attività e a monitorare gli effetti delle misure di mitigazione adottate nel suo agire quotidiano.
Da queste premesse nasce il primo Bilancio ambientale di Mutti, presentato in occasione di Cibus 2021, progettato insieme alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Un tassello che è solo l'ultima delle iniziative di Mutti nel campo della sostenibilità. Nel 1999 l'azienda è stata infatti la prima ad aver adottato il Disciplinare di produzione integrata certificata, a garanzia di una produzione agricola volta a pratiche più sostenibili. Nel 2001 ha raggiunto la dichiarazione 'Non Ogm' e nel 2010 ha avviato un'importante collaborazione, tuttora in corso, con Wwf Italia per la sua riduzione dell’impronta idrica e di carbonio.
Centrale è l'aspetto partecipativo del documento, costruito in sinergia con enti, atenei, associazioni che sono partner di iniziative specifiche del gruppo. Tra gli stakeholder figurano Cnr, Scuola Sant’Anna di Pisa, Wwf Italia, Horta - spin off dell’Università Cattolica, Ente Parchi del Ducato. Per la rendicontazione delle performance ambientali sono state impiegate informative dei GRI Sustainability Reporting Standards, definiti dal Global Reporting Initiative, che rappresentano una delle cornici più conosciute e impiegate a livello internazionale.
Alcune azioni congiunte di Mutti e stakeholder hanno l’obiettivo di far leva su pratiche agricole virtuose per rigenerare il terreno, evitando il processo di desertificazione e, contemporaneamente, salvaguardare l’ecosistema attraverso progetti di riforestazione e 'corridoi della biodiversità'. Tra questi ultimi il sostegno all'iniziativa 'KilometroVerdeParma' che nel 2020 ha portato alla piantumazione denominata 'Mille Querce' con cui sono state messe a dimora, ad oggi, 1.100 piante, di cui 130 querce, in un’area di 50mila metri quadrati in aree demaniali dei Comuni di Montechiarugolo, Traversetolo e Sissa Trecasali. Altri territori saranno coinvolti. Tra i prossimi progetti ce n'è anche uno di rinaturalizzazione del fiume Po con la creazione di boschi, siepi, filari e ambienti macchia-radura.
Dall’utilizzo dell’acqua alle emissioni climalteranti, gli obiettivi fin qui raggiunti da Mutti sono importanti.
Per quanto riguarda i consumi energetici, considerando l’incremento della produzione, questi hanno avuto una crescita meno che proporzionale rispetto all’aumento del numero delle tonnellate di prodotto finito: da 1,76 GigaJoule per tonnellata nel 2019 a 1,72 nel 2020. Gli impianti fotovoltaici in due degli stabilimenti del gruppo tra 2018 e 2020 hanno consentito un risparmio di 1.500 tonnellate di anidride carbonica.
Sull'impronta idrica si certifica una netta riduzione del consumo di acqua (-4,6% tra 2010 e 2015), con un impiego sempre più importante di quella riciclata e depurata.
Per quanto riguarda la produzione di rifiuti, oggi in Mutti l’81% viene recuperato o riciclato. Nel 2020, il rapporto tra rifiuti e prodotto finito è stato del 3,7%, migliore dell’obiettivo, target, che era del 4,1% e di un punto più basso rispetto al 4,7% del 2019. Il pomodoro fresco non idoneo alla trasformazione viene impiegato in zootecnia o per la produzione di biogas, in un’ottica di economia circolare.
Un importante lavoro - in fieri - è stato realizzato sul packaging. Nel 2020 risulta riciclabile il 99% degli imballaggi primari e secondari – con obiettivo 100% per l’anno in corso e circa 1/4 del totale che risulta derivato da materiale riciclato.

In collaborazione con:
Mutti

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