Dalla collaborazione decennale con Wwf Italia alla certificazione garantita dalla Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, al progetto 'Zero Residui' con Horta, spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sono diverse le iniziative che il gruppo Mutti porta avanti in sinergia con diversi portatori di interesse sul piano della sostenibilità ambientale e dell’innovazione tecnologica. Attività e progetti che gli stessi stakeholder raccontano e commentano nel primo Bilancio ambientale Mutti presentato a Parma in occasione di Cibus, il Salone internazionale dell'alimentazione.
Un documento che, oltre ai contenuti e ai numeri, evidenzia l'aspetto partecipativo di enti, atenei, associazioni. Ecco alcuni progetti illustrati.
CNR - "L’incontro con Mutti non è stato casuale. All’Imem - Istituto dei materiali per l’elettronica e del magnetismo del Centro nazionale delle ricerche - stavamo lavorando a uno strumento rivoluzionario per misurare lo stress idrico delle piante e quindi consentire un utilizzo più efficiente dell’acqua", spiega Michela Janni, ricercatrice Imem-Cnr. "Fino a un paio di anni fa, quando è iniziato il nostro viaggio in compagnia di Mutti, il monitoraggio dello stress idrico avveniva per via indiretta - con l’utilizzo di droni e satelliti, ad esempio - o con sensori posti nel terreno vicino alla pianta. Il gruppo di ricerca dell’Imem Cnr ha pensato di innestare il sensore direttamente nel fusto della pianta". È nato così Bioristor: dopo due anni i dati dicono che questo sistema consente un risparmio medio di acqua del 30-35%.
SCUOLA SANT’ANNA DI PISA - L'impegno a favore dell'ambiente deve essere misurato. Entra qui in gioco la collaborazione di Mutti con la Scuola Sant'Anna di Pisa, dal 2019, per identificare indicatori ad hoc. Tiberio Daddi, professore associato in Corporate Environmental Management, sottolinea che il lavoro con Mutti è stato "pionieristico". Da un lato per la considerazione della sostenibilità come "aspetto prioritario in tutte le porzioni della catena del valore aziendale". Poi per la definizione di elementi misurabili relativi a obiettivi di sostenibilità che, a loro volta, contribuiscono a comporre le finalità di business dei singoli manager. "Inedito" anche il viaggio metodologico: "un lavoro costante a quattro mani".
WWF ITALIA - Il 2010 segna l'avvio della collaborazione tra Wwf Italia e Mutti. Una sinergia peculiare, spiega nel Bilancio Eva Alessi, responsabile consumi sostenibili e risorse naturali Wwf Italia, perché nata "non per una semplice esigenza di comunicazione o per mettere una ‘tacca mediatica’ sul tema della sostenibilità, ma per incidere strategicamente sulle pratiche agricole in chiave ambientale. Partendo da un tema per l’epoca innovativo e pionieristico: la misurazione dell’impronta idrica". "Eravamo partiti dall’acqua e, procedendo passo dopo passo in modo molto coerente con una visione sistemica dell’agricoltura, siamo arrivati al grande tema di questi ultimi anni: l’utilizzo - e quindi lo sfruttamento - del suolo". Accanto a iniziative di riforestazione per arricchire il paesaggio rurale, con Mutti sono stati cercati anche altri percorsi. In primis l'agricoltura rigenerativa.
HORTA è una spin off dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, nata nel 2008 con lo scopo di trasferire i risultati del mondo della ricerca nel comparto agrifood, sviluppando sistemi predittivi di supporto alle decisioni. Dalla collaborazione con Mutti, spiega Pierluigi Meriggi, presidente Horta, nasce 'Pomodoro.net'. Si tratta di una piattaforma che fa da 'bussola agronomica' per l'agricoltore: gli suggerisce come gestire le avversità o le pratiche colturali sulla base dell’andamento climatico registrato dalle stazioni agrometeorologiche e di altri parametri rilevati. Grazie all'adozione di un sistema di questo tipo, il pomodoro ha richiesto un -33% di trattamenti fitosanitari con una riduzione del 25% della carbon footprint. Un terzo delle aziende partner di Mutti utilizza Pomodoro.net.
ENTE PARCHI DEL DUCATO. "La cura della biodiversità ha il potere di attivare un circolo virtuoso che parte dalla riqualificazione di aree degradate tramite la riforestazione: l’impiego di specie autoctone, come nel caso del progetto ‘Mille Querce’, realizzato in collaborazione con Mutti, consente il sequestro di gas climalteranti - in particolare CO2 - oltre a rendere nuovamente disponibile ai cittadini porzioni del territorio ormai abbandonate". Così Agostino Maggiali, presidente Ente Parchi del Ducato spiega dal suo punto di vista i benefici generati per l’ambiente grazie al progetto portato avanti con Mutti.
In collaborazione con:
Mutti