Il rilancio dei servizi sanitari in
provincia di Teramo è stato al centro della riunione del
comitato ristretto dei sindaci, che si è svolto in forma
allargata con la partecipazione anche del presidente della
Provincia Diego Di Bonaventura e del sindaco di Giulianova Jwan
Costantini e alla presenza dei direttori amministrativo e
sanitario della Asl. Nel corso della riunione il direttore
generale della Asl Maurizio Di Giosia ha sintetizzato a sindaci
e sindacati (erano presenti le segreterie provinciali di Cgil,
Cisl, Uil, l'Anaao, la Federazione Veterinari e medici e il
Nursind).
"Un piano che ha l'obiettivo fondamentale di creare una forte
sinergia fra ospedale e territorio - ha sottolineato Di Giosia -
con la costruzione di un ospedale nuovo che guarda ai prossimi
40 anni, altamente tecnologico e riservato solo ai casi acuti,
da 500 posti letto ampliabili a 600, oltre a tre ospedali spoke,
ognuno con una propria specializzazione e vocazione. Ma anche
con una sanità territoriale forte il cui perno sarà la città
della salute". Qui la Asl vorrebbe accorpare tutti i servizi
territoriali con ambulatori medici, radiodiagnostica, laboratori
analisi, un ospedale di comunità, ma anche un centro
riabilitativo e tanto altro ancora. Un'idea progettuale su cui i
sindacati hanno espresso apprezzamento e assenso di massima,
ovviamente con alcuni distinguo e una serie di suggerimenti.
Tra gli interventi quello della segretaria aziendale
dell'Anaao Gabriella Marina che ha ribadito la condivisione del
sindacato dei medici ospedalieri al progetto. "Non è
immaginabile perdere questa occasione, il Covid ha portato alla
luce i problemi strutturali del nostro come di tanti altri
ospedali italiani - ha sottolineato - però il nuovo ospedale va
riempito di professionalità adeguate, ci vuole più personale,
medici e infermieri, altrimenti tutta questa impalcatura va a
crollare. Bene anche l'interlocuzione con Cassa Depositi e
Prestiti, che noi avevamo auspicato già da tempo".
A tirare le conclusioni della riunione il sindaco di Teramo e
presidente del comitato ristretto Gianguido D'Alberto. "Usciamo
da questo incontro con una consapevolezza condivisa, manifestata
in tutti gli interventi - ha detto - oggi dobbiamo far fronte
comune, con responsabilità e fiducia. Ci troviamo in una fase
storica, in cui esiste la possibilità di ricorrere a risorse da
diverse fonti; ecco perché è irrinunciabile misurarci con il
progetto della Asl, in quella che dee essere considerata come
la sede istituzionale e sociale nella quale tale confronto trova
albergo".
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