Avrebbero chiesto circa 20
mila euro a titolo di risarcimento per il Comune, per sanare un
contenzioso che aveva portato l'ente a spendere svariate
migliaia di euro di spese legali. Per la procura si è trattato
di tentata estorsione tant'è che ha chiesto e ottenuto la misura
cautelare dell'obbligo di firma per il sindaco di Rivisondoli
Giancarlo Iarussi, il suo vice ed ex sindaco Roberto Ciampaglia
e l'avvocato del Comune Tania Liberatore che è anche moglie del
sindaco Iarussi. I tre dovranno presentarsi tutte le mattine in
caserma a Castel di Sangro per firmare l'apposito registro fino
a revoca del provvedimento.
A notificare ai tre indagati la misura cautelare sono stati i
Carabinieri della compagnia di Castel Di Sangro nella giornata
di ieri. L'inchiesta della Procura della Repubblica di Sulmona
scaturisce da un esposto di alcune persone residenti a Napoli
soccombenti nei procedimenti penali e amministrativi che avevano
intentato nei confronti del Comune di Rivisondoli. Agli stessi
veniva contestato di aver realizzato, senza autorizzazione, una
scala nell'abitazione acquistata nel comune di Rivisondoli. I
tre napoletani vengono condannati nei tre gradi di giudizio
penale al pagamento delle spese di lite e al risarcimento
dell'ente. Non soddisfatti dell'esito del processo penale si
sono rivolti ai giudici amministrativi ottenendo, anche in
questo caso, due sentenze di condanna.
A quel punto non è rimasto che tentare una transazione con il
comune di Rivisondoli. Nel corso della riunione i due
amministratori assieme al legale che ha patrocinato le cause,
rappresentando il Comune in giudizio, avrebbero chiesto la somma
di circa 20 mila euro, per coprire le varie spese di lite
accumulate, prima di addivenire all'accordo. Richiesta che non
ha soddisfatto i napoletani che, a quel punto si sono rivolti in
procura denunciando sindaco, vicesindaco e avvocato per tentata
estorsione dal momento che i partenopei non avrebbero versato la
somma richiesta.
Le indagini portate avanti dalla procura avrebbero
confermato le accuse dei napoletani tanto da chiedere e ottenere
la misura cautelare dell'obbligo di firma nei confronti di
sindaco e vicesindaco di Rivisondoli e dell'avvocato del Comune.
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