"Non possiamo che dire no alla
logica delle chiusure. Una responsabile riorganizzazione delle
guardie mediche non può che passare per una riorganizzazione
complessiva della rete territoriale di assistenza sanitaria che
deve coinvolgere tutti i territori. Discussione che non può che
avvenire a livello regionale". Così il sindaco di Teramo e
presidente del comitato ristretto dei sindaci Gianguido
D'Alberto a margine della riunione del comitato ristretto sulla
soppressione di alcune guardie mediche. Un problema che
interessa anche il Chietino e che, per D'Alberto, impone una
rivisitazione dei criteri, "visto che l'attuale situazione,
anche rispetto al numero dei medici, non è più quella del 2016",
ma soprattutto una riorganizzazione complessiva da parte della
Regione sulla rete territoriale. L'attuale norma prevede un
medico ogni 5mila abitanti, con una flessibilità del 30%.
Criteri che, in base a una delibera regionale del 2016 -
conseguenza di una analoga del 2012 - avrebbe dovuto portare
alla chiusura, nel Teramano, della guardia medica a Nereto,
Castellalto e Colledara. Al momento dovrebbero chiudere quelle
di Nereteo e Colledara, dai dati Asl quelle con minori accessi.
Sulla chiusura era stato presentato un ricorso al Tar, poi
rigettato.
"Dopo la sentenza del Tar la Asl deve dare seguito alla
delibera del 2016 - sottolinea D'Alberto - che prevedeva una
riduzione della distribuzione delle guardie mediche in base al
rapporto tra popolazione e medici. Ma il problema è molto più
profondo. Alla luce di quei dati le chiusure sono destinate ad
aumentare; poi ogni decisione dovrebbe essere assunta sulla base
di una programmazione che interessi l'intera rete di assistenza
sanitaria e non singole parti, come le guardie mediche". Da qui
la richiesta sia di "un'iniezione di personale sanitario" sia di
un confronto a livello regionale sul futuro della sanità
territoriale.
"Come sindaci ci siamo messi a disposizione della Asl per
trovare soluzioni, come l'individuazione di sedi baricentriche
per le guardie mediche - conclude D'Alberto - ma allla Regione
chiediamo di uscire dalla logica dei tagli e rivedere un piano
che non può più essere quello del 2016".
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