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La forza dei velisti in casa

Marinai e quarantena: come non smettere di navigare

Responsabilità editoriale Saily.it

VELISTI SENZA VELA/2 - Come superare le paure, capirsi di più, aiutare se stessi e il pianeta. PELASCHIER, BECCARIA, D'ALI', BRESSANI, LACORTE, MICELI, STELLA, FANTINI, VERRI, MALINGRI E TANTI ALTRI... Dopo l'intervista di Cino Ricci, altre testimonianze, storie, racconti dalla quarantena, la resistenza delle speranze, tra mancanza di sale e sogni da rinviare. Le parole e i valori della vela per affrontare la pandemia come una tempesta - SEGUE CON ALTRE PUNTATE

 

Non ce lo aspettavamo (errore, le avvisaglie non erano mancate), questo periodo epocale di emergenza, crisi, paura, dolore, anche morte. Di privazione, ritorno all'essenziale, riavvicinamento a se stessi, agli altri, allo spirito. Di preghiere e meditazioni, ma anche di azione. Il virus, l'epidemia e poi la pandemia hanno preso le nostre vite e le stanno cambiando. Come una burrasca in mare prende barche e naviganti e li cambia.

Oggi siamo tutti marinai sulla stessa barca in balia della tempesta (quasi) perfetta. Eccoci dentro, da velisti. Senza vento e senza vele, lontane, irraggiungibili in questi giorni. Ma è come se ci fossero. Molti velisti sono medici e sanitari nelle trincee degli ospedali, altri sono pazienti, altri ancora sono sul ponte, a combattere, ciascuno a modo suo. Abbiamo ascoltato la comunità della vela, le sue parole e i suoi valori per affrontare la pandemia come una tempesta, e uscirne vivi e vincitori.

State a casa e state bene.

 

MAURO PELASCHIER ("Mi sembra di essere partito per una tappa del giro del mondo...")

Sono a Monfalcone da un po' di tempo. Avevo iniziato a lavorare sul mio quarter tonner Mago Merlino per rimetterlo in acqua. Ma da qualche giorno la SVOC ha chiuso i battenti e seguendo le direttive sono a casa. Finalmente ho il tempo per fare tanti lavoretti che avevo trascurato.

Lo spirito è buono anche perché mi sembra di essere partito per una tappa del giro del mondo. Ricordo la tappa maratona da Punta del Este Uruguay, a Freemantle Australia della Withbread 1993/94 dove avemmo una grave avaria in Oceano Indiano a 2500 miglia da Freemantle.  Alla fine ci mettemmo 36 giorni per finire la tappa. Quindi per adesso sono di turno e aspetto il cambio dal mio equipaggio. Insomma sono abituato a stare lontano dalla "civiltà".

Sinceramente non mi informo di Vela: o navigo o faccio e penso ad altre cose! Non sono "Mona tematico"!!! Penso che noi abituati a navigare lontano dalla terra e dalla folla siamo più avvantaggiati nel seguire le regole imposte dal "comitato di regata". In fondo la vela come sport ti impone molte regole per partecipare. Diciamo che la regata è al limite del tempo massimo... un po' noiosa, ma prima o poi taglieremo il traguardo. Un po' di pazienza e poi inizierà il "terzo tempo" buona regata lunga a tutti!

 

AMBROGIO BECCARIA ("A casa beato tra le donne")

Sono a casa a Lorient, in Bretagna dove siamo in lockdown da ieri. Nel quartier dove siamo non si vede il mare ma preferirei essere sul mare. Hanno preso in Francia le stesse misure che in Italia con 8-9 giorni di ritardo. Sono a casa con la mia compagna Vittoria e con Amélie la ragazza con cui avrei dovuto fare la Transat AG2R. Beato tra le donne, una situazione a cui sono stato abituato più giovane con le mie sorelle.

Ancora non sono state comunicate le decisioni ufficiali da parte di OC Sport, l'organizzatore della Transat AG2R però tendenzialmente non ci crede nessuno. La regata dovrebbe partire tra un mese, lo sponsor è una Mutuelle, non credo che vorrà rischiare e sarà difficile spostarla a causa degli altri eventi in calendario. E' un casino per noi ma è solo un evento sportivo, ci sono cose più gravi. La salute prima di tutto, non ci sono molte altre riflessioni da fare. Per una volta gli altri paesi, le istituzioni europee e internazionali come l'OMS ci fanno i complimenti. La soluzione del lockdown deve essere obbligatoria per tutti.

 

ANNE SOIZIC-BERTIN (VELISTA, WOMEN'S SAILING CUP PER AIRC-CHIAVARI) (Mi manca il rumore della barca")

Sono a casa molto tranquilla, mi sembra di essere per mare in traversata, dove vedi sempre le stesse persone in un ambito ristretto (mi manca solo il rumore della barca: mare/vento) per questo non mi pesa tanto.

Passo il tempo obbligandomi con delle piccole routine di: meditazione,  tapis roulant e yoga e poi mi sono iscritta a video lezione per imparare nuove cose. Alla sera faccio delle video chiamate "aperitivo" con gli amici (se continua cosi finirò alcolizzata!). Ho anche la fortuna di essere con le mie figlie e abbiamo tirato fuori giochi di carta e da tavolo che non vedevamo più da tanto… L’importante in questo periodo credo sia tenere delle quotidianità che fanno passare la giornata velocemente sentendosi a posto con la coscienza. 

Da casa mia non vedo il mare ed è la cosa che mi manca di più per questo faccio dei piccoli montaggi video della mia ultima esperienza in barca: la Cape2Rio, cosi vedo la barca, il mare, gli amici e tutti questi momenti forti mi aiutano a superare la mancanza di barca. Poi quando mi faccio seduta di rilassamento: con gli occhi chiusi mi rivedo mentalmente in barca nei momenti felici o forti, o che in qualche modo mi hanno toccato. Volendo si può immaginare di fare manovre così non si perde del tutto l’allenamento. La visualizzazione mentale è sicuramente una magia che può fare il cervello e aiuta tantissimo sia al livello agonistico sia per il rilassamento.

 

SERENA CARLUCCIO (WOMEN'S SAILING CUP, TEAM AVVENTATE-AGROPOLI) ("Sfide ad abbraccio di ferro!")

Siamo ad Agropoli, quarantena x2, le coppie pare siano in deroga alla norma delle distanze. E per fortuna. Come faremmo altrimenti a portare avanti le nostre sfide ad abbraccio di ferro?! 

L'inverno è ormai passato, o forse non è proprio arrivato, Enzo freme più di me. Sente forte lo spreco di avere cinque sensi e manco uno da dare alla giornata. Forzatamente ha dovuto ammainare le vele dedicandosi alla sola navigazione virtuale, spesso con Stati d’animo irrequieti e continenti d’ansia. Forse meglio spegnere Il televisore. 

Si vivono giorni sospesi con lo spirito che questa situazione avrà comunque dei risvolti positivi: costretti a stare a casa tanti giorni ci renderemo conto che l'unica cosa che conta e' socializzare vivendo, il sole, il vento, la pioggia, il mare. Capita a volte di sprecare degli oggi dando per scontato il domani. Promesso. Non deve essere più così. 

E ora faremo il pieno di messaggi whatsapp, messanger, facebook e istagram e forse riapprezzeremo alzare la testa da un cellulare e muoversi liberi ed emozionarsi guardando la meraviglia della natura e del creato, un panorama, un albero, un fiore. Chissa'... Da casa nostra si vede il mare. Ci aspetta. E poi non si avranno più scuse per non salpare. Avanti un altrove.

 

LUCIA POZZO (COMANDANTE E SCRITTRICE, TEAM LE FALCHETTE DI AIRC, MEZZENILE-VALLI DI LANZO (TO)) ("Preparo la barca per la stagione")

Sono a casa mia in montagna, in situazione fortunata perché ho i miei genitori anziani qui al sicuro in una baita tutta per loro e mio figlio in un’altra. Siamo però molto in apprensione per tutti gli amici cittadini e soprattutto per mio marito, comandante di una barca bloccata a Santo Domingo. Passo il tempo coltivando i miei hobby e facendo la manutenzione primaverile delle case. Da casa vedo un mare... di nuvole, vista l’altitudine!

Rimango in contatto con la vela impartendo ordini al cantiere che prepara la barca per la stagione. La segregazione forzata è come attraversare il Pacifico: metti in conto tanti giorni di solitudine e hai cambusa e riserve adeguate, calcolate anche in base a tempeste e eventuali disalberamenti.  Qui però per ora non vedo terra, solo un orizzonte molto nuvoloso...

 

SARA BERTELLI (SARTA SOVVERSIVA, CREATIVA E VELISTA TEAM SPIPPOLE - FERRARA) ("Rivedere i nostri valori e le priorità")

Sono chiusa nel mio laboratorio a pochi passi da casa. Per fortuna, sto continuando a lavorare. Soffro un po' la solitudine, ma reagisco vestendomi di colori e sciocchi accessori. Provo un misto di paura, incredulità, incertezza, sospensione ma anche fiducia nella scienza e nel futuro. So che ce la faremo ma so anche che qualcosa dovrà per forza cambiare.

Nel frattempo, nella tempesta che imperversa fuori, cerco la mia àncora sforzandomi di tenermi impegnata con le cose di sempre; lavoro, mi sforzo di progettare, di vedere l'oltre, il dopo. Nel tempo libero, in casa, ascolto audiolibri, leggo, guardo serie tv, sistemo cassetti; le solite cose, insomma. Non sono brava a cucinare, ma sono molto brava a mangiare! 

Il mare, da qui, non si vede e questo mi provoca una nostalgia quasi fisica, che prende la gola. La maggior parte dei miei amici sono legati alla vela. Ci sentiamo, ci videochiamiamo, ci ricordiamo battute e aneddoti di barca, pensiamo a quando potremo tornare in mare. Ieri ho ascoltato la diretta Instagram di Giovanni Soldini e Jovanotti. Prima dello scoppio della pandemia, ero in procinto di iniziare un corso per istruttore nazionale di vela. Appena possibile, lo farò e insegnerò a tutti che la vela ti può salvare la vita. 

Mi tengo ben strette tutte le cose che mi hanno insegnato la vela e il mare: è solo l'essenziale che conta. In questo momento, occorre rallentare, prendersi cura di noi e del Pianeta. Anche dopo, occorrerà ripartire da basi nuove e più solide. La libertà, le comodità, il benessere e la salute non sono cose da dare per scontate. Siamo tutti chiamati a rivedere i nostri valori e le priorità.

 

IVANA QUATTRINI (EVENTI E COMUNICAZIONE, IDEATRICE DELLA WOMEN'S SAILING CUP PER AIRC - MILANO) ("Per fortuna ho adottato il cane più pigro del mondo")

Trascorro le mie giornate tra le quattro mura, consapevole dell’importanza di farlo per noi stessi e per il bene della collettività. Con mio marito Massimo, avvocato e artista ascolto la nostra ricca collezione di dischi in vinile. Evviva la puntina del giradischi e lunga vita al rock e al pop! Ho scelto un libro voluminoso per tenermi compagnia, ben 844 pagine. Spero di non dover passare al secondo volume…

Quando devo portare la mia dolce Elettra a fare i suoi bisognini sotto casa, mi bardo come Dustin Hoffman nel film Outbreak. Per fortuna ho adottato il cane più pigro del mondo. Elettra adora stare spaparanzata sul divano come un grosso peluche.

Mi sento via Skype con la mia famiglia, le amiche e gli amici più cari e facciamo momenti di vero happening parlando di tutto e di più e cercando di confortarci a vicenda. Ho una fitta rete di amici in tutto il mondo. Molti mi hanno chiamato fin dagli esordi di questa tragica epidemia per esprimere solidarietà e ammirazione per l’Italia e per avere informazioni che non riuscivano ad ottenere a casa loro, per prepararsi.

Avendo studiato lingue ascolto le conferenza stampa in lingua originale dei vari Governi. Mi piace ascoltare le news in diretta. Cerco di riflettere e mi chiedo cosa ne sarà del mondo e del modello di società finora conosciuti, dopo questa esperienza epocale. Chissà se noi Italiani, che abbiamo avuto il triste primato di dover affrontare in Occidente questa terribile pandemia, possiamo aspirare a essere i primi a ripensare il modello della nostra società e a dettarne uno migliore.   

Leggendo però molti commenti di livello sconfortante, post su improbabili complotti, catene di fake-news che arrivano da tutte le parti, mi domando qual è il meccanismo che fa inceppare il ragionamento logico. Immanuel Kant scriveva: "L’intelletto è un’isola in un mare di irrazionalità". Ma questa è un’altra storia...

 

PIETRO D'ALI' ("La priorità è salvare le vite")

Come tutti sono sconcertato e incredulo di come è precipitata la situazione in poco tempo. A me viene difficile pensare alle regate e allo sport in questo momento di emergenza sanitaria mondiale. La priorità è salvare le vite quello che posso fare è rimanere chiuso in casa e non ammalarmi visto che la mia compagna è più di una settimana che ha la bronchite forte con la febbre al pomeriggio, abbiamo fatto il tampone è risultato negativo!

 

ROBERTO LACORTE ("Aiuti al sistema sanitario")

Continuiamo a lavorare in azienda, siamo concentrati sugli aiuti al sistema sanitario e devo dire grazie a tutti i nostri collaboratori eccezionali. Lavoro a parte, è importante stare in casa, restare in salute, economica e mentale. Sono sicuro che quando passerà, tra le macerie cammineranno persone cambiate. Avremo compreso meglio quali sono le vere priorità della vita.

Dal punto di vista velico ho fatto due cose: ho tenuto insieme tutti i ragazzi del team di Supernikka, rassicurandoli sul progetto che va avanti, è un bel gruppo unito. E ho avviato il progetto del FlyingNikka! Un equipaggio, forse due chissà, per il circuito del monotipo foiling 69F di Giorgio Benussi. Quella è la direzione del futuro e bisogna seguirla! A bordo? Io, Lorenzo Bressani e Enrico Zennaro, due abituati a volare! Senza dimenticare che nel cassetto ci sono i piani di Mills per l'IperNikka di 75 piedi...

 

LORENZO BRESSANI ("Nel momento del bisogno chi aiuta chi?")

Sono a casa come il 99% degli italiani e parte di mezza Europa. Il tempo scorre piano ma comunque passa. Durante la giornata monitoro il crollo dei mercati finanziari, mi documento su come si comportano i governi dei vari Paesi per arginare la pandemia e vado sui rulli in bicicletta per distrarmi e calare la panza che è in controtendenza con le borse.

Fortunatamente da casa vedo il mare e per ora non mi manca più di tanto, ma prima o poi succederà. Non ho praticamente nessun contatto con il mondo della vela a parte qualche chat. Mi verrebbe tristezza sentire i miei compagni e immaginarli chiusi dentro casa invece che in mezzo al mare, quindi per ora sono in “stand by”.

Questa emergenza (sperando che resti emergenza intesa come lasso di tempo) ovviamente mi fa pensare al problema sanitario mondiale e alle migliaia di morti che ci sono stati e ancora ci saranno.

Ma sono anche curioso di capire cosa succederà dopo: cosa accadrà all'Europa? Nel momento del bisogno chi aiuta chi? Saremo ancora convinti che la globalizzazione sia necessaria per sopravvivere? Come ne usciranno le imprese e i vari Paesi dopo questa batosta? Ed ora un appello: Comprate prodotti Italiani, fate le vacanze in Italia ma soprattutto ingaggiate velisti italiani!

 

MATTEO MICELI ("Buon vento, vale anche quello che entra dalla finestra")

Sono a casa con la grande fortuna di vivere in campagna con vista mare, lontano da tutto. La prima settimana l’ho presa come grande relax poltrendo tra il letto e il divano. Ora libri, ginnastica e lavoretti di casa. Ho la fortuna di vedere il mare anche sdraiato dal letto!

Resto connesso con la vela pensando alle prossime avventure cercando di convincere la moglie a fare la Globe40.

Una riflessione la faccio tutti i giorni. Stare a casa è una cosa strana... ma che figata! Ci chiedono in questa emergenza di stare a casa... sarà mai così difficile? Buon vento a tutti... è valido anche quello che entra dalla finestra.

 

ANDREA STELLA ("Ci siamo fermati, chi ci avrebbe mai creduto")

Sono, penso come quasi tutti, a casa, navigo tra il soggiorno e la cucina, ho scoperto il telelavoro, e grazie a zoom ho fatto delle belle riunioni questa settimana con i miei colleghi.

Il mare lo vedo solo in un bel quadro appeso alle pareti! Ma sono in contatto con il mio equipaggio, il catamarano è in rimessaggio in cantiere e fino a qualche giorno fa hanno lavorato. Sento i miei amici in giro per il mondo, in barca da qualche parte, ma dovunque sta diventando difficile...

La quarantena è sicuramente un bel periodo per leggere, diciamo che questa per certi aspetti mi sembra una attraversata atlantica! Sentimenti contrastanti, altalenanti, una situazione che abbiamo fatto fatica a capire, qui in Italia come in tutto l'Occidente, mi ha fatto toccare con mano la lentezza umana, la difficoltà nell'abbandonare abitudini consolidate (andare al bar!) non capendo l'emergenza enorme che abbiamo di fronte.

In barca impari a leggere i segnali e riduci le vele prima della bufera, dobbiamo imparare a farlo anche nella nostra vita. Dobbiamo imparare a farlo tutti nessuno escluso, il virus è democratico! Tutti a bordo lavorano, quante analogie... Sensazioni positive: ci siamo fermati, chi ci avrebbe mai creduto, eppure si può, il pianeta ringrazia... un momento di crisi è sempre un momento di grande opportunità e questo lo è per ritrovare noi stessi, per interrogarci su cosa facciamo e dove vogliamo andare, approfittiamone.... e speriamo non duri troppo... ho voglia di mollare gli ormeggi!

 

ANDREA FANTINI ("Non mettere da parte i sogni e le passioni")

Mi trovo a Barcellona in questo momento, qui si sono svegliati decisamente tardi, e pare che il trend non sia positivo, anzi mi sto mettendo le mani nei capelli, mentre scrivo vedo fuori un traffico come se fosse un giorno lavorativo normale.

Gratitudine per stare bene e per tutti quelli che si stanno rompendo la schiena in ospedale, mi viene da ridere (per non piangere) quando penso ai video che ci facciamo in mare quando la situazione è dura, credo che quando ricapiterà penserò ad alcuni cari amici anestesisti e rianimatori che ora sono in guerra, quella vera.

Comunque io sono farmacista, che vuol dire poco ma ho imparato a fare un bel po' di cose in ambito sanitario per cui ho dato la mia disponibilità a diversi ospedali qui se hanno bisogno. Nel frattempo sto in casa, ho già esaurito la pazienza, non vedo il mare e non voglio trovare stupidi pretesti per uscire, quindi mi sono messo sotto ancor più di prima a cercare sponsor per il prossimo progetto.

I nostri progetti di vela, in questo momento storico, sono l'ultima delle priorità, le aziende stanno cercando di sopravvivere, la gente muore, e non ho la minima idea di quando l'economia ripartirà, per cui parliamoci chiaro, in questo momento parlare di sponsor è ridicolo, fuori luogo, e imbarazzante. Penso però che la vita debba andare avanti e che prima o poi le cose andranno meglio e che l'economia e tutto ciò che si porta dietro, ripartirà, e i nostri progetti fanno sognare, e la gente ha bisogno di sognare in un momento così grigio della storia, per cui insomma, secondo me non bisogna mettere da parte i nostri sogni e le nostre passioni. 

Due riflessioni: ci voleva una tale catastrofe per capire che siamo tutti uguali? Poi leggo che in Emilia Romagna, la mia regione, il virus ha avuto un boost grazie all'aumento di smog e polveri sottili: ragazzi, vivere come stiamo facendo noi nelle città non è più un'opzione percorribile, e la natura ce lo sta sbattendo in faccia, è veramente ora di svegliarsi. Torneremo in mare presto, ognuno con i suoi progetti, le sue paure, i suoi sogni, ma senza virus!!!

 

FULVIA ERCOLI (PRESIDENTE CLASSE 420 ITALIA) ("Tutto è fermo e cristallizzato")

Sono a casa a Trieste, al mattino continuo ad andare a lavorare in ufficio, mi sposto con i mezzi (raramente siamo più di 3 o 4 su un bus dove normalmente eravamo in 30-40). Beffardamente le giornate sono meravigliose e la natura che sboccia e si apre alla vita crea un contrasto stridente con il clima surreale di questi giorni. Tutto è fermo e cristallizzato, anche il cielo e il mare, oggi senza vento, si confondono in sfumature d’azzurro che accentuano il sacrificio di starsene a casa. Viviamo sospesi nell’attesa di un nemico che percepiamo e non vediamo. Per chi l’ha letto, forse le suggestioni della vita del tenente Drogo nel Deserto dei Tartari di Dino Buzzati possono un po' rendere l’idea di ciò che stiamo vivendo.

 

FRANCESCO VERRI (CV CROTONE)("Essere uomini di sport aiuta")

Mi divido fra casa e il mio studio di avvocato, chiuso al pubblico: il palazzo di giustizia è chiuso anch’esso, i processi sono stati sospesi. Faccio la strada come se i due luoghi fossero collegati da una rotaia: salto sulla mia Vespa e vado dritto. Sarebbe inutile e dannoso sottilizzare, distinguere, cercare nelle pieghe dei decreti del Governo la possibilità di fare questo o quello. Conta la ‘ratio’ dei divieti, imposti nell’interesse generale e non ‘contro’ di noi. Lo spirito? Non nascondo la grande preoccupazione per la situazione generale sia dal punto di vista sanitario che economico ma ognuno di noi deve fare tutto il possibile per affrontare con equilibrio il difficile tempo presente e per prepararsi al dopo-Coronavirus. Ci dovremo far trovare pronti, attrezzati, migliori, in gran forma. Altrimenti il prezzo sarà molto più salato di un mese a casa.

Lavoro piuttosto intensamente, studio, leggo, perfeziono l’inglese. Fingo di essermi concesso quel periodo sabbatico dedicato a me stesso, all’ampliamento del mio sapere che ho sempre desiderato. Ne sto approfittando per esempio per completare un percorso di specializzazione nei ricorsi alla Corte di Strasburgo che ho intrapreso due anni fa. Poi, cucino, vedo qualche film e qualche serie tv, chiacchiero con mia moglie e i miei figli (con mia figlia a distanza perché è in Canada) e osservo come si adattino ogni giorno un po’ di più a questa condizione così speciale. E’ una grande prova per ciascuno di noi e bisogna fare un grande lavoro su se stessi per affrontarla bene e venirne fuori. Essere uomini di sport aiuta.

Il mare lo vedo, ho proprio davanti a me la favolosa baia di Crotone. Oggi è spazzata dalla tramontana, domenica invece il mare era piatto e sembrava di essere ai Caraibi. In queste bellissime giornate, sotto un cielo così terso, ti chiedi come sia possibile che siamo infetti, che gli oggetti possano essere contaminati, che gli altri siano diventati un pericolo.

Leggo le notizie su “Saily”, sempre puntuale e aggiornatissimo. Sento gli amici, ci facciamo coraggio. Mi mancano i ragazzi, le famiglie ma le chat dei soci del circolo e delle squadre mi fanno sentire meno solo. Le foto e i video vengono… dalla cucina anziché dal mare. Un po’ tutti navigano fra i fornelli e il salone usando il telecomando come bussola. Intanto, stiamo scrivendo collettivamente la rivista che racconta il primo decennio (incompleto) di attività. Si intitolerà: “ricominciare”.

Finalmente al centro del dibattito politico ci sono le competenze. Non si parla più delle stravaganze dei leader di partito o degli insulti che si scambiano. Al loro posto i talk show consultano medici, docenti di economia, filosofi e scrittori in grado di interpretare la contemporaneità. Niente sarà più come prima. Speriamo valga anche per la politica.

 

VITTORIO MALINGRI ("Spero che alla fine di sta storia ci si guardi in faccia e ci si ricordi perché e si cambi registro")

Ho la fortuna di abitare a Valdichiascio, una frazione di campagna a 13 km da Gubbio. Dopo oltre 40 anni di vagabondaggio apprezzo tantissimo, famiglia, amici e i luoghi che amo. Seguiamo la situazione da mesi e non c'era nessun motivo di pensare che non sarebbe arrivato anche qui, se non blindavano subito il mondo, ma sul serio. Era evidente anche in gennaio. Abbiamo grandissima ammirazione per quello che si chiama “apparato sanitario pubblico” e in tanta gente seria che si è presa sulla spalle sta bomba batteriologica e fa cose, invece di partorire stronzate a raffica.

Non potendo andare in cantiere mi sono concentrato a preparare una stagione turistica, che non ci sarà. Invece vogliamo credere che ci sarà eccome, e sarà una bellissima stagione Italiana. Le famiglie sono già stremate, fa sorridere tutto l'apprezzamento del buono e la riscoperta di stare a casa. E' ottimo che la gente si ricordi di quanto è bello stare in famiglia, ma quanto durerà prima che si scannino? Penso ai ragazzi, ai bambini, già è un delirio tenere a freno due adolescenti che possono uscire passeggiare, andare in auto o motorino per le strade bianche di Valdichiascio, ma non vedere I loro amici. Sto facendo legna per il prossimo inverno, seguendo cervi e Lupi nella loro lotta per la sopravvivenza. Dopo esser diventato un Indio degli oceani ora voglio diventare un Apache.

Questo virus è il primo avvertimento (neanche il primo in verità) a un'umanità che se l'è tirata da sola con i suoi eccessi. E' sempre colpa nostra per aver comperato qualsiasi cosa inutile e dannosa e che produca dinamiche di non rispetto del genere umano e del pianeta. Io spero molto che alla fine di sta storia ci si guardi in faccia e ci si ricordi perché e si cambi registro, invece di riaccendere FB e la TV e dimenticarsi di tutto. Non ho molte speranze in proposito. (Vittorio Malingri ci ha scritto una lunghissima riflessione da Valdichiascio, bella e impossibile da contenere in questa prima raccolta: la potrete leggere integralmente (anzi, no perdetevela) prossimamente su Saily)

 

VELISTI SENZA VELA - In arrivo altre storie, racconti dalla quarantena, la resistenza delle speranze, tra rabbia e sogni da rinviare. Prossimamente su Saily.

 

Responsabilità editoriale di Saily.it