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Campionato gioca a lutto, ma calcio si divide

Di Francesco: "Rispetto ma giusto giocare". Mazzarri: "Potevamo stare fermi tutti"

"Colgo l'occasione per esprimere la mia vicinanza alle persone coinvolte nel crollo del ponte Morandi. È stato come vivere un film vedendo le immagini, ma credo sia giusto continuare a giocare, con grande rispetto per quanto accaduto a Genova". Così il tecnico della Roma, Eusebio Di Francesco, alla viglia dell'esordio in campionato col Torino. "Ritengo giusto che Genoa e Samp abbiano chiesto di rinviare la gara, come ritengo sia giusto che noi giochiamo anche per onorare e dare un segnale di continuità".

"Mi adeguo alla volontà della Lega calcio, ma di fronte a una tragedia di questo genere potevamo stare fermi tutti, non solo le partite con Samp e Genoa". Così l'allenatore del Torino, Walter Mazzarri. "Con forte dolore - ha proseguito il tecnico granata - dobbiamo rispettare quello che dobbiamo fare, ma voglio fare le condoglianze a tutte famiglie colpite dalla sciagura".

 "Fermarsi per la tragedia di Genova? Bisogna fare in modo che non succedano più. Se fermarsi vuol dire che non accadranno più, allora ci si può fermare anche per mesi". Così il tecnico dell'Inter, Luciano Spalletti, ha commentato l'ipotesi di rinviare la prima giornata per quanto accaduto a Genova. "Io non sono in grado di giudicare la situazione, non conosco i criteri che hanno portato alla scelta di giocare - ha proseguito Spalletti -. Dico solo che ci dispiace molto, siamo vicini al dolore delle famiglie che in questo modo. Tutti i giocatori hanno dimostrato grande dispiacere".

Sampdoria-Fiorentina il 19 settembre, Milan-Genoa il 31 ottobre. A metà tra la decisione di rinviare le due partite delle squadre di Genova e i funerali per le vittime del crollo del ponte Morandi, la Lega di serie A fissa le date dei due recuperi e implicitamente conferma la sua decisione di ieri: due match rinviati, ma il resto del campionato si gioca, la serie A partirà domani con Chievo-Juve. Fanno una scelta diversa Lega Pro e Serie D che scelgono di fermarsi, rinviando le partite di Coppa Italia in programma nel fine settimana. Mentre Salvini si esprime per lo stop di tutto il campionato e il commissario Fabbricini prima va controcorrente rispetto alla decisione della Lega poi precisa, anche il calcio si divide sulla scelta di non fermare il campionato. A far tornare in mente l'idea di bloccare tutto in segno di rispetto per le decine di vittime del crollo del ponte Morandi, ancora prima di Salvini, erano stati in sequenza Nicchi e soprattutto Roberto Fabbricini. "Uno stop di riflessione ci vorrebbe", aveva detto in mattinata il commissario Figc, Roberto Fabbricini, facendo aleggiare l'ipotesi di un ripensamento, peraltro sostenuta dal ministro Salvini. In casi precedenti, il campionato non si era fermato per tragedie come il terremoto di Amatrice, uno stop era stato deciso per la morte di Astori ma per volontà dei calciatori, non della Lega o dei club. "Sarebbe doveroso che anche il campionato si fermasse": a metà giornata è arrivato anche il messaggio del ministro Salvini. Intervento pesante, ma che non ha fatto cambiare idea a Micciché, presidente dei club di A: semmai, a via Rosellini non era passato inosservato l'intervento controcorrente di Fabbricini. E infatti, dopo qualche ora, e non senza qualche imbarazzo tra Lega A e Coni, Fabbricini ha precisato il suo pensiero: "Il calcio farebbe la sua parte di fronte a una giornata di lutto in cui tutte le attività ludiche fossero sospese", ha sottolineato, dando atto alla Lega "di aver dimostrato la propria sensibilità" nei confronti delle vittime e del dolore di Genova rinviando le gare delle due squadre genovesi".


   

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