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Coronavirus: in prima linea con i militari del Celio FOTO e VIDEO

Nell'ospedale di  Roma si combatte una dura battaglia per curare gli ammalati e contrastare la diffusione del contagio

Claudio Peri e Martino Ianonne

FOTO e VIDEO di CLAUDIO PERI

"Hanno giurato i primi nuovi medici e infermieri della Difesa. Saranno un totale di 320 e andranno dove c'è più bisogno". Ha twittato così il ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Oltre 8.000 domande sono state presentate al bando di arruolamento temporaneo a seguito del decreto approvato in Cdm il 17 marzo. Due tra i 320 sono il tenente medico dell'Esercito Italiano, Guido Caramanico e il maresciallo infermiere, Lorena Migliore che mercoledì primo aprile hanno preso servizio presso il policlinico militare del Celio a Roma. "Sono emozionato per essere qui ad aiutare il mio Paese" ha detto in particolare Caramanico.

Il “Celio”, il Policlinico militare dell'Esercito, è stato interessato sin dalle prime battute della criticità, quando il virus era ancora lontano dai confini nazionali, già dal 9 febbraio infatti, gli 8 italiani al rientro dalla Cina sono stati trasferiti al policlinico militare per il periodo di isolamento, mentre altri 56, i primi rimpatriati da Wuhan, erano ospitati per la sorveglianza sanitaria presso il Centro Sportivo Olimpico dell’Esercito sempre sotto la supervisione del personale medico del Celio; oggi la stessa struttura è  a disposizione dell’autorità sanitaria per i trattamenti di sorveglianza dei pazienti Covid in qualità di spoke dello Spallanzani.

Il policlinico militare Celio, ha messo a disposizione un padiglione con nove posti letti in terapia intensiva covid e 29 di degenza nel reparto emergenze sanitarie covid.

 Provengono dal Celio molti dei medici e infermieri dell'Esercito che attualmente stanno operando nelle regioni del Nord, aree di maggior criticità sanitaria, sia nelle corsie degli ospedali lombardi, sia nelle sorvegliaze sanitarie territoriali in cui sono venute meno le presenza dei medici di base sia nell'Ospedale da campo allestiti dall'Esercito a Piacenza.


Con il decreto Cura Italia del Governo Conte ha autorizzato l’Esercito ad avviare l’arruolamento straordinario di 120 Ufficiali medici, con il grado di tenente, e 200 Sottufficiali infermieri, con il grado di maresciallo, per una ferma prefissata di 12 mesi. L’iniziativa che ha riscosso moltissimo interesse con un vero e proprio boom nelle candidature tanto che già domenica, dopo quattro giorni dall’apertura dei termini, si sono superate le 7 mila domande. Si tratta di personale sanitario specializzato in anestesia e rianimazione, malattie infettive, pneumologia, medicina interna, quale aspetto di priorità nella convocazione dei candidati alle successive prove concorsuali a premessa dell’impiego. Oggi l’entrata in servizio del Celio in funzione anti-Covid dei primi neo arruolati.

In generale, sono circa 400 i militari attualmente schierati con compiti operativi nell'emergenza coronavirus: sono stati allestiti in tempi record due ospedali da campo a Piacenza e Crema. Complessivamente, sono stati oltre 4.800 gli uomini e le donne delle Forze armate impegnati nelle attivita' di contrasto al Covid-19, su indicazione del ministro della Difesa Lorenzo Guerini, in stretto contatto con il capo di Stato maggiore Enzo Vecciarelli e la Sala operativa dedicata, attiva 24, sette giorni su sette. Dall'inizio dell'emergenza la Difesa ha messo a disposizione 321 mezzi, 5 ambulanze, 5 elicotteri idonei a muovere pazienti in biocontenimento, 3 aerei da trasporto. Sono oltre 6.800 i posti letto eventualmente disponibili per l'osservazione dei pazienti che non necessitano di cure di terapia intensiva, attivabili su richiesta delle autorita' competenti.

Più nel dettaglio, in Lombardia, epicentro dell'emergenza, le Forze armate sono intervenute in concorso all'ospedale di Lodi e ai due ospedali di Alzano e Bergamo. Complessivamente sono circa 120 i medici e gli infermieri militari impegnati, cui si aggiungono le strutture dell'Esercito del Centro Ospedaliero di Baggio a Milano e del Policlinico militare Celio di Roma. L'impegno delle Forze armate e' iniziato a gennaio con la disponibilita' del Centro Sportivo Olimpico presso la citta' militare della Cecchignola per la sorveglianza sanitaria dei connazionali (recuperati con diversi voli dell'Aeronautica) provenienti dalla Cina e dal Giappone. I militari impegnati in missioni e operazioni all'estero, spiegano alla Difesa, "seguono le indicazioni del Ministero della Sanita' allo stesso modo di quelli impiegati in ambito nazionale. Il Comando operativo di vertice Interforze (COI) ha redatto, gia' da tempo, una direttiva, coordinata in sinergia con Igesan e il Ministero della Salute, che riguarda le misure precauzionali da adottare per l'emergenza CoVid-19. In questa situazione, pur nel rispetto dei compiti assegnati per mantenere l'adeguato livello di efficacia nell'assolvimento delle missioni, sono limitati al minimo i contatti con la popolazione locale e con le eventuali Forze armate straniere in cooperazione, come avviene per chi opera in Italia". Lo Stato maggiore della Difesa ha inoltre "adottato misure per agevolare forme di lavoro con modalita' a distanza, assicurando il mantenimento del massimo livello operativo".

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