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'Una vita da social' per difendersi dai pericoli della Rete

'Una vita da social' per difendersi dai pericoli della Rete

Iniziativa vuole educare i giovani dai pericoli del Sexting, revenge porn e cyberbullismo

27 maggio 2019, 18:14

Redazione ANSA

ANSACheck

'Vita da social ' alla sesta edizione - RIPRODUZIONE RISERVATA

'Vita da social ' alla sesta edizione - RIPRODUZIONE RISERVATA
'Vita da social ' alla sesta edizione - RIPRODUZIONE RISERVATA

Si è conclusa a Roma la 6/a edizione di 'Una Vita da Social', la campagna educativa itinerante realizzata dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni in collaborazione con il Miur e del Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, nell’ambito delle iniziative di sensibilizzazione e prevenzione dei rischi e pericoli della Rete per i minori.
I social network sono ormai parte integrante della vita di tutti gli adolescenti, ma spesso non si è del tutto consapevoli dei rischi che si nascondono in Rete. Uno fra tutti il cyberbullismo, ma sono anche tanti altri i possibili pericoli a cui si può andare incontro, se non si hanno gli strumenti adatti per difendere la propria privacy e la propria vita sul web: ad esempio il dilagante fenomeno del revenge porn e della sextortion.

Sexting, il "gioco" pericoloso che dilaga tra i teenager
Per questo anche tante aziende sono scese in campo a fianco della Polizia di Stato per un solo grande obiettivo: “fare in modo che il dilagante fenomeno del cyberbullismo e di tutte le varie forme di prevaricazione connesse ad un uso distorto delle tecnologie, non faccia più vittime”. Tra queste noi di Skuola.net, ma anche Baci Perugina, Facebook, Euronics, FireEye, Google, Instagram, Nexi, Karpesky lab, Vodafone, WindTre, Youtube.
Secondo una recente ricerca di Skuola.net per la Polizia di Stato, che ha coinvolto 6500 ragazzi tra i 13 e i 18 anni, il 24% di loro ha scambiato almeno una volta immagini intime con il partner via chat o social (sexting).

Dal sexting al revenge porn e alla sextortion
Tra questi, il 15% ha subìto la condivisione con terzi, senza consenso, di questo materiale. Il motivo più frequente, riportato dalle vittime? Assurdo ma è per un banale “scherzo” (49%), che mostra quanto possano essere sottovalutate le reali conseguenze di tale diffusione. Tra le altre motivazioni, con numeri rilevanti: il ricatto (11%) o la vendetta (7%). Insomma il revenge porn, che pure è presente, viene surclassato dalla leggerezza e dalla goliardia. Ma gli effetti sono comunque gli stessi.
La reazione più diffusa? Nella maggior parte dei casi è il silenzio (il 53% ha fatto finta di niente, il 31% non ha detto nulla per non essere giudicato). Sono soprattutto le ragazze ad aver paura del giudizio rispetto ai ragazzi. Non manca chi, pur non subendo la condivisione del proprio materiale intimo, ne è stato minacciato: qui la percentuale è del 12%.
In questo caso è determinante la motivazione del ricatto (44%) e della vendetta (18%). In buona sostanza la minaccia è usata soprattutto come strumento di pressione psicologica per ricatto o vendetta, invece la diffusione vera e propria dei contenuti avviene più per scherzo che per effettivo desiderio di colpire la persona.
Tuttavia non bisogna solo diffidare dei partner più o meno conosciuti, a volte la minaccia arriva dai social. Secondo un altro campione di 14mila studenti tra gli 11 e i 19 anni, quest’ultimo fenomeno è tutt’altro che raro.
Infatti a 1 adolescente su 10 è capitato almeno una volta di essere contattato da un profilo sconosciuto per una sessione di "sesso virtuale" in cambio di denaro. Il 20% di questi non si è fermato e ha accettato la proposta, espondendosi poi al rischio di sextorsion. Non è raro infatti che questi profili oltre alla prima richiesta di compenso, formulino ulteriori pretese una volta acquisito un filmato della vittima.


Una vita da social: iniziativa concreta contro i rischi della Rete
Attraverso il progetto “Una vita da social”, gli operatori della Polizia Postale e delle Comunicazioni hanno incontrato oltre 1 milione e 700 mila studenti sia nelle piazze che nelle scuole, 180.000 genitori, 100.00 insegnanti per un totale di 15.000 Istituti scolastici, 250 città raggiunte sul territorio e due pagine twitter e facebook con 126.000 like e 12 milioni di utenti mensili sui temi della sicurezza online.
Il truck, allestito con un’aula didattica multimediale, è partito dalla città di Matera e conclude, dopo aver toccato le principali città italiane, il suo tour a Roma, con una tappa, nella mattinata di venerdì 24 maggio, nel piazzale antistante l’ingresso del BioParco di Roma, sito in Piazzale del giardino zoologico, dove gli operatori della Polizia Postale incontreranno studenti, genitori e insegnanti sui temi della sicurezza online con un linguaggio semplice ma chiaro adatto a tutte le fasce di età. Inoltre, quest’anno gli studenti attraverso il diario di bordo “https://www.facebook.com/unavitadasocial” potranno lanciare il loro messaggio positivo contro ogni forma di prevaricazione online e offline.

Monitoraggio e prevenzione dei pericoli in rete
“Oggi i ragazzi trascorrono in rete sempre più tempo; in rete studiano, si conoscono, intrattengono relazioni, giocano, acquistano, ascoltano musica, guardano film, in altre parole, sulla rete hanno una propria vita virtuale. In questo scenario diventa assolutamente necessaria la diffusione di consigli, suggerimenti ed indicazioni a giovani e genitori, finalizzata all’utilizzo consapevole del web ed alla conoscenza degli strumenti a disposizione per proteggersi dai rischi della rete. Prevenzione e formazione sono i mezzi attraverso cui la Polizia Postale si pone come obiettivo quello di consentire ai ragazzi di navigare in sicurezza”, dichiara Nicola Zupo, Dirigente del Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Lazio.
Nel corso dell’anno scolastico 2018/2019 gli operatori del Compartimento Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Lazio hanno effettuato incontri coinvolgendo 250 Istituti Scolastici del Lazio, coinvolgendo 33.327 studenti, 2.235 genitori e 1.730 docenti e trattando argomenti come adescamento on line, truffe, furti di identità, cyberbullismo e hackering.
Oltre alle innumerevoli iniziative volte a fornire le dovute informazioni sui rischi del web, la Polizia Postale e delle Comunicazioni per il Lazio ha espletato un importante attività volta a prevenire la commissione dei reati di propria competenza, in particolare, tra quelli che maggiormente coinvolgono i minori, in materia di contrasto ai reati informatici contro la persona (molestie, minacce, trattamento illecito di dati personali, accesso abusivo sui profili social network, stalking, sextortion e diffamazione on line) sono stati trattati 1215 casi, monitorando oltre 8069 spazi virtuali e riscontrandone circa 177 con contenuti illeciti.

 

Concorso #ZEROBULLISMO
Nel contesto delle attività volte all'educazione per il corretto uso della rete e in difesa delle vittime di cyberbullismo e bullismo, è stato lanciato il concorso #ZEROBULLISMO, che ha l’obiettivo di raccogliere proprio dai ragazzi il loro contributo per parlare del bullismo e come affrontarlo. I ragazzi potranno proporre video, sceneggiature, poesie e canzoni per raccontare il loro punto di visto, direttamente sul sito zerobullismo.com.

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