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Serbia - Belgrado di fronte alla 'diplomazia della mascherina' di Pechino-

Serbia - Belgrado di fronte alla 'diplomazia della mascherina' di Pechino-

2 aprile

BELGRADO, 14 aprile 2020, 18:37

Redazione ANSA

ANSACheck

Operazioni di sanificazione a Belgrado © ANSA/EPA

Operazioni di sanificazione a Belgrado © ANSA/EPA
Operazioni di sanificazione a Belgrado © ANSA/EPA

Alcuni la chiamano già 'diplomazia della mascherina', il massiccio intervento della Cina di Xi Jinping che, come complemento alla 'Via della seta', avrebbe l'obiettivo di rafforzare la propria presenza in Europa fornendo enormi quantità di materiale medico-sanitario ai Paesi del Vecchio continente più colpiti dal flagello coronavirus, Italia compresa. E punto focale di tale strategia sembra essere la Serbia, principale erede della ex Jugoslavia e importante Paese della regione balcanica il cui presidente Aleksandar Vucic ha instaurato con Xi Jinping una solida alleanza politica e una stretta amicizia personale.
    Dopo che un gruppo siderurgico cinese ha salvato alcuni anni fa la più grande acciaieria serba sull'orlo del fallimento, investendo massicciamente al tempo stesso nell'industria mineraria del Paese balcanico, Pechino si pone ora come il principale fornitore di mascherine, tute sanitarie, guanti e respiratori: materiale indispensabile a contrastare il contagio da coronavirus e a curare i malati di Covid-19. Non passa giorno che all'aeroporto di Belgrado non atterri un volo speciale dalla Cina carico di tale materiale importantissimo per medici e ospedali, spesso deficitari di mezzi e attrezzature specialistiche. E sia in Serbia che in Cina hanno fatto notizia le immagini del presidente Vucic andato personalmente ad accogliere sulla pista dell'aeroporto di Belgrado il team di medici e specialisti cinesi giunti nei giorni scorsi per collaborare con i colleghi serbi. Vucic aveva omaggiato la bandiera rossa cinese, salutando col gomito uno per uno i medici alla base della scaletta dell'aereo. Gli specialisti cinesi, aveva detto, sono i primi ad aver avuto la meglio sul virus e per questo in Serbia si farà tutto quello che loro diranno. Sono loro infatti ad aver consigliato misure molto restrittive sui movimenti dei cittadini. In Serbia, dove i contagi sono poco più di mille e i decessi una trentina, vige il coprifuoco dalle 17 alle 5 ed è vietato tassativamente agli ultra 65enni uscire di casa. Sono i cinesi ad aver sollecitato di fare molti più test di positività, e sono ancora loro ad aver consigliato di realizzare ospedali provvisori in padiglioni fieristici e palazzetti dello sport per i malati con sintomi leggeri.
    Una 'fedeltà ferrea' agli amici cinesi dimostrata forse anche dal fatto che solo oggi Vucic ha ottenuto da Vladimir Putin e dal tradizionale alleato russo la promessa di importanti aiuti per la lotta al coronavirus.

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