Il Veneto prosegue nella sua strategia di "tamponi a tappeto" per andare a scovare il più alto numero possibile di contagiati asintomatici al Coronavirus, replicando su scala regionale il "modello Vo' Euganeo" di uno screening ampio. Il termine tecnico, coniato dalla Regione assieme all'Università di Padova, con il supporto logistico delle aziende Ulss e della Croce Rossa, è quello di "sorveglianza attiva": tampone e isolamento - domiciliare o in ricovero - per i positivi, con esami a partire dalle categorie a rischio; implementazione della filiera degli esami clinici, per arrivare in un paio di settimane a effettuare 20 mila tamponi al giorno, con studi epidemiologici collegati da parte degli Atenei; allargamento del campione alla popolazione residente.
Le prime categorie a essere interessate dallo screening sono gli operatori sanitari e quelli delle strutture residenziali per non autosufficienti; seguiranno altre filiere come i cassieri dei supermercati, i farmacisti e le forze dell'ordine. I laboratori di microbiologia delle aziende Ulss si affiancano all'Università di Padova, che ha già incrementato la propria produzione fino a 2.000 analisi al giorno e punta a 3.500.
"Il successo - ha spiegato Crisanti - lo misuriamo con l'aumento dei casi scovati: più positivi avremo, meno persone si ammaleranno e andranno in terapia intensiva. Puntiamo a un aumento di casi con meno ricoveri. Ci siamo molto vicini, il Veneto ha indicatori molto positivi. Poi arriverà un punto di flessione in cui i positivi caleranno parallelamente a quelli ospedalizzati".
Zaia ha ricordato che in Veneto i tamponi eseguiti sono già già 65 mila, "ma ci sarà anche una fase di followup - ha specificato - perché questa bestia la conosciamo poco".
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