PORDENONE - "A chi addita il Corano come fautore di violenza, rispondo che anche nella Bibbia ce n'è più di qualche traccia. È vero che la storia dell'Islam è anche una storia di brutalità, come è vero per certi periodi della cristianità. È possibile superare questi principi, che molto spesso sono presi dai radicali come assoluti: questo processo fa parte di quella fase che io chiamerei 'illuminismo', ancora necessaria per l'Islam": lo ha affermato a Pordenonelegge Monsignor Paul Hinder, vescovo negli Emirati arabi. "Ciononostante negli Emirati vivo in un contesto in cui, malgrado tutto, non ho paura della violenza - ha assicurato -: posso andare liberamente in strada con il mio abito religioso e mi sento al sicuro come a Zurigo o come a Basilea". "Chiaramente dobbiamo distinguere le zone e i paesi - ha spiegato il vescovo Hinder - Negli Emirati Arabi Uniti abbiamo otto parrocchie ben funzionanti con chiese, una nona sta nascendo. Evidentemente non basta per quasi un milione di fedeli, ma noi cerchiamo di rispondere con il meglio possibile. Cominciamo con le messe il venerdì mattina, con 25 funzioni durante il week-end e migliaia e migliaia di partecipanti". "In Oman la situazione è simile - ha concluso - mentre in Yemen, i cristiani sono pochi: lì le circostanze sono evidentemente disastrose. Non c'è nessun prete: non riesco a trovare dei mezzi per farli entrare in sicurezza. Le suore, invece, sono ancora presenti a Sanaa, dove svolgono un lavoro esemplare. In Arabia Saudita, infine, non ci sono chiese, ma sopravvive una forma seminascosta di vita ecclesiale".
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Pordenonelegge