PORDENONE, 22 SET - Uno specchio incinto, un regista zombie, un faro caricato su un transatlantico: "La libellula di città" (Minimum Fax), l'ultimo libro di Tiziano Scarpa, presentato questa mattina a Pordenonelegge, è un caleidoscopio di situazioni bizzarre e disparate. "Diversamente da quanto appare, le mie non sono storie per bambini" ha spiegato Scarpa in conferenza stampa. "Narro vicende drammatiche, spesso sarcastiche, rivestendole con una veste giocosa, affabile, lieve. Spesso pare che io faccia satira, prendendomi gioco della società: ma questo avviene sempre secondariamente. La mia prima preoccupazione è la storia, la visione iniziale che mi ispira e della quale mi fido ciecamente, sviluppandola attraverso il ritmo, la metrica e le rime". Scarpa ha anche raccontato lo sforzo di scrivere questo romanzo: "Ho vissuto delle notti d'amore con la lingua italiana: mi ritrovavo senza rendermene a sentire i rintocchi delle campane delle cinque di mattina, dopo ore trascorse a inanellare parole. Scrivere in rima è impastare ed amalgamare la propria immaginazione alla concretezza dei vocaboli, come se un'anima di fantasia ed un corpo di parole si cercassero a vicenda per unirsi a formare una persona", ha concluso.
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