PORDENONE - Ninetto Davoli come un Faust moderno alle prese con le tentazioni del diavolo della televisione: avrebbe potuto essere la sinossi di un caposaldo della cinematografia italiana. Eppure la prematura scomparsa del suo ideatore, Pier Paolo Pasolini, ha fatto precipitare la sceneggiatura nel dimenticatoio, fino a una rinascita come opera teatrale negli anni Novanta. E nel 2018, a cent'anni dalla composizione dell'opera che ispirò Pasolini ('Histoire du soldat' di Stravinsky, storia di un giovane soldato-violinista anch'egli alle prese col demonio), il Teatro Verdi di Pordenone, grazie alla consulenza artistica di Maurizio Baglini, ha deciso di dare nuova luce al progetto che è stato presentato oggi a Pordenone, in un incontro con la stampa. Roberto Calabretto narra la genesi e analizza le pagine del capolavoro potenziale del visionario artista di Casarsa in un saggio, 'L'Histoire du soldat di Pier Paolo Pasolini', parte della collana con cui il Teatro Verdi di Pordenone accompagna le proprie serate più prestigiose. Stavolta, però, sarà proprio il volume a fare da preludio: lo si potrà leggere fin dalla presentazione a Pordenonelegge, mentre per la serata a teatro bisognerà aspettare il 2 novembre, anniversario della morte di Pasolini. L'opera di Stravinsky verrà eseguita da un ensemble composto da sette elementi sotto la direzione del giovane Fabio Sperandio, per una produzione tutta pordenonese.
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Pordenonelegge