Aumentare la sicurezza sanitaria in ambito alpino sfruttando le discipline della medicina di montagna e l’innovazione tecnologica: è quanto si propongono di fare la telemedicina e il teleconsulto, sperimentate sul territorio della Valle d’Aosta con il progetto e-Résamont, tra il 2016 e il 2018. Un settore su cui l’Unione europea continuerà a puntare anche con la prossima programmazione finanziaria 2021-2027.
Durante i 18 mesi di durata del progetto, in Valle d’Aosta sono stati effettuati oltre 700 teleconsulti: diversi erano problemi minori ma “in una trentina di casi sono stati gestiti localmente eventi che altrimenti avrebbero richiesto l’intervento dell’elisoccorso, con un risparmio economico importante”, sottolinea il dottor Guido Giardini, responsabile del Centro di medicina e neurologia di montagna e direttore della Struttura complessa di Neurologia e stroke unit all’ospedale Umberto Parini di Aosta. Durante la stagione estiva i punti di telemedicina erano stati attivati nel comune di Cogne, nella casermetta del Col de La Seigne, nei rifugi alpini Mantova (nel massiccio del Monte Rosa), Torino (nel massiccio del Monte Bianco) e Arbolle (ai piedi del Monte Emilius); in quella invernale, oltre che a Cogne e al rifugio Torino, nei centri traumatologici sulle piste da sci di La Thuile e Champoluc e al rifugio Teodulo (in alta Valtournenche).
“Finanziare la sanità innovativa in montagna è utile sia per i residenti sia per i turisti, anche per contribuire a evitare lo spopolamento di quei territori. Penso, per esempio, agli anziani che si trovano in microcomunità lontane dall’ospedale”, spiega il dottor Giardini. Tra i casi più noti trattati, quello di Roberto Zanda, l'ironman cagliaritano che aveva subito il congelamento degli arti dopo una ultramaratona in Canada, nell’inverno del 2018, e più di recente il caso del dottor Francesco Cassardo, che ha subito un grave congelamento delle mani in seguito ad un incidente sul Gasherbrum VII, in Pakistan.
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Regione Valle d'Aosta