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Generali, salto di qualità welfare, anche yoga e app

Raddoppiano aziende con benefit per i dipendenti, sono una su 2

ROMA ANSAcom

Un'app per fare la spesa o lavare i panni alla lavanderia aziendale. Corsi di yoga e orari flessibili per mamme e papà. Sostegno alla formazione dei figli e un poliambulatorio per le visite mediche. Sono alcuni dei benefit a disposizione dei dipendenti delle aziende campionesse di welfare, premiate alla presentazione del rapporto Welfare index Pmi 2019 di Generali.
Le aziende che si sono distinte per le iniziative a favore dei dipendenti sono 68 e negli ultimi due anni sono triplicate. E' uno dei segnali della diffusione sempre maggiore del welfare aziendale in Italia.
Le aziende attive in almeno quattro ambiti del welfare sono il 45,9% e sono quasi raddoppiate rispetto al 2016. Ancora maggiore è la crescita delle imprese molto attive che sono quasi triplicate fino a sfiorare il 20% (19,6%). Da questo impegno è scaturita una crescita della produttività del lavoro in oltre sei aziende su dieci (63,9%).
"In quattro anni con Welfare Index PMI abbiamo ascoltato gli imprenditori del nostro Paese, con 15 mila interviste, e abbiamo visto una crescente consapevolezza dell'importanza del welfare", afferma il Ceo di Generali Italia e Global Business Lines, Marco Sesana. "Il Rapporto 2019 - continua Sesana - ci restituisce una fotografia unica: il welfare ha successo se è un progetto d'impresa coerente e strategico che parte dall'ascolto dei dipendenti".
"La legge di stabilità del 2016 ha stabilito il vantaggio fiscale per tutte le politiche di welfare aziendale e questo ha sicuramente contribuito allo sviluppo, ma non c'è solo la componente economica. Ci sono molte altre iniziative legate per esempio alla conciliazione dei tempi di vita o di lavoro e del sostegno alla genitorialità, per esempio attraverso lo smart working", aggiunge l'amministratore delegato di Welion, Andrea Mencattini, alla guida della società del gruppo Generali che si occupa di welfare integrato per famiglie, imprese e lavoratori.
Tra gli esempi virtuosi il membro del comitato guida di Welfare index Pmi Lucia Sciacca racconta il caso di Mazzucchelli 1849, l'azienda di Castiglione Olona (Varese) che produce l'acetato di cellulosa usato per le montature degli occhiali, che "ha ricevuto il premio del comitato scientifico perché il welfare dell'impresa con l'istituzione di un poliambulatorio nella città dove opera".
Il rapporto 2019, realizzato in collaborazione con Confindustria, Confagricoltura, Confartigianato e Confprofessioni attraverso 4.561 interviste ad imprese di tutti i settori e di tutte le dimensioni (da meno di dieci a mille dipendenti),
parla di "un salto di qualità nelle imprese che hanno saputo dotarsi di politiche di welfare come progetto aziendale".
Il welfare aziendale in questi anni è riuscito a "rompere la barriera dimensionale, diffondendosi anche nelle piccole e microimprese". Le imprese più grandi restano avvantaggiate, con una quota di imprese molto attive del 71%. Ma nelle imprese di piccola e media dimensione la crescita è stata particolarmente veloce, e in questi tre anni la quota delle molto attive è più che raddoppiata. Nelle microimprese (meno di 10 addetti): dal 6,8% nel 2017 all'attuale 12,2%. Nelle piccole imprese (10-50 addetti): dall'11% nel 2016 al 24,8% di oggi. Nelle medie imprese (51-250 addetti): dal 20,8% nel 2016 al 45,3% di oggi.
Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, alla presentazione del rapporto si impegna per uno sviluppo del welfare aziendale anche al Mezzogiorno, dove ha ancora una diffusione inferiore alla media nazionale, seppure con segnali di dinamismo. "Il mercato del lavoro - afferma il ministro - continua a viaggiare a due velocità. La sfida che ci proponiamo è colmare questo gap anche con il supporto delle imprese che possono essere promotrici di un diverso approccio aziendale specie nel Mezzogiorno, dove ce n'è più bisogno".

In collaborazione con:
Generali Italia

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