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100 anni Confcooperative. Gardini, alternativi a capitalismo

Gardini, Mattarella, contributo decisivo contro lo spopolamento

ROMA ANSAcom

Dai lavoratori che hanno salvato la propria impresa, Patrolline di Como, con una cooperativa di workers buyout a quelli che operano nei terreni confiscati alle mafie come la cooperativa sociale Vermuncaudo. Sono le storie protagoniste dell'assemblea celebrativa per i cento anni di Confcooperative, nata nel 1919 nel solco della dottrina sociale della chiesa e cresciuta fino a unire 18.500 imprese, 525 mila occupati e oltre 3,2 milioni di soci. Sono realtà che fatturano 66 miliardi di euro l'anno e spaziano dall'agroalimentare - dove realizzano una produzione made in Italy da 29 miliardi di euro - al credito - dove le Banche di Credito Cooperativo rappresentano quasi un sesto degli sportelli bancari - e nel welfare dove la cooperazione socio-sanitaria assiste 6 milioni di famiglie. Siamo "alternativa al capitalismo e alle diseguaglianze che esso crea", rivendica il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini, dal palco dell'assemblea, che vede la partecipazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Mattarella prende la parola e ricorda i "tanti borghi appenninici o alpini che nel nostro paese sopravvivono per la presenza di cooperative di produzione e lavoro". "E' un contributo decisivo all'equilibrio del nostro Paese", osserva il capo dello Stato sottolineando "il ruolo fondamentale delle formazioni sociali e dei corpi intermedi che, non a caso, la costituzione esprime come un pilastro portante della vita della Repubblica" in un intervento a sorpresa accolto da lunghi applausi e una standing ovation. Gardini consegna al presidente della Repubblica il francobollo celebrativo, valido per l'invio della posta ordinaria e annullato prima dell'inizio dell'assemblea, che richiama lo stemma storico della confederazione con una campana e una melagrana, e un libro fotografico. Questo volume, realizzato con l'agenzia Ansa, ripercorre un secolo di cooperazione e di storia del Paese dalla Grande guerra al fascismo, dagli anni del boom ai giorni nostri. L'Italia di oggi rischia di "trasformarsi nella terra dei sogni traditi e delle opportunità mancate", denuncia il Focus realizzato dal Censis per il centenario, che descrive il paese come stritolato dal dumping, la concorrenza sleale di altri stati, anche europei. In Lussemburgo una politica fiscale aggressiva per attrarre investimenti esteri rende la pressione fiscale reale negativa e le retribuzioni di paesi come la Bulgaria sono da caporalato (con un salario orario non supera i due euro). Per questo Confcooperative si appella agli europarlamentari in vista delle prossime elezioni europee del 26 maggio. "Questa situazione sta determinando una pressione al ribasso - dice Gardini - una condizione di sperequazione su cui si deve necessariamente intervenire, pena il rinvio sine die dell'unione politica prima ancora che economica e fiscale". "Non possiamo difenderci dalla concorrenza sleale dei Paesi extra Ue, - aggiunge il presidente della confederazione - ma dobbiamo almeno regolare il cortile di casa nostra. La tolleranza fin qui ammessa, nei confronti di questo stato di cose, ha alimentato molti danni economici". L'Italia è in fondo alla classifica europea per attrazione di investimenti esteri, pari all 20,3% del Pil nel 2017, peggio di noi fa solo la Grecia. Mentre svetta, terza dopo Romania e Polonia, per numero di espatriati: sono italiani l'8% dei cittadini europei che lasciano il paese di origine per cercare lavoro in un altro paese.

In collaborazione con:
CONFCOOPERATIVE

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