Promuovere lo sviluppo del Banco alimentare della Valle d’Aosta coinvolgendo più enti nelle sue attività e incrementando le quantità di alimenti da donare per raggiungere tutte le persone bisognose: è l’obiettivo della convenzione siglata dall’associazione di volontariato, dal Celva (Consorzio degli enti locali della Valle d’Aosta) e dall’assessorato regionale alla Sanità, salute e politiche sociali. Proprio per sostenere l’attività del Banco alimentare in un momento storico in cui aumentano le persone che hanno bisogno di aiuto, in particolare tra i valdostani, nel triennio 2020-2022 è previsto un cofinanziamento del Celva e dell’assessorato al Banco Alimentare. In particolare sarà stanziata ogni anno la somma di 13 mila euro, a valere per 10 mila euro sul Consorzio degli enti locali e per 3 mila euro sull’assessorato regionale.
“Il Celva – spiega il suo presidente, Franco Manes – ha voluto aderire a questo protocollo insieme all’amministrazione regionale e al Banco alimentare per dare un segnale importante di condivisione degli obiettivi sociali. E’ un segnale che dimostra anche che ci si può coordinare tra enti amministrativi, superando tutte le questioni burocratiche che spesso ostacolano la realizzazione di iniziative a favore dei cittadini. Questo protocollo ci permette di codificare un rapporto tra i comuni, l’amministrazione regionale e il Banco alimentare. E allo stesso tempo credo possa dare un’ottima risposta ai valdostani e soprattutto alle nuove generazioni, agli studenti, ai ragazzi, per una maggiore consapevolezza del concetto di dono, di volontariato e di aiuto”. “Il finanziamento del Celva e dell’amministrazione regionale – sottolinea la presidente del Banco alimentare della Valle d’Aosta, Gioia Brunod – ci permette di realizzare la nostra attività culturale del dono. Puntiamo molto sulle scuole, dove andiamo a spiegare cos’è il Banco alimentare, organizziamo il Dona cibo, che è una raccolta di alimenti fatta nelle classi, dall’asilo fino alle superiori. E poi vogliamo attuare questa attività sociale fondamentale che è la cultura del recupero. L’obiettivo è far sì che ogni alimento che viene prodotto e messo sul mercato non venga sprecato, evitando di farlo finire in discarica se può ancora essere consumato”.
In collaborazione con:
Celva