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Barcolana 50: vele del Vespucci omaggiano regata Trieste

In pochi giorni oltre 15 mila a bordo storico veliero Marina

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TRIESTE, 12 OTT - Quando il fischio del nostromo sibila un suono lungo e poi ondulante, gli uomini vestiti di blu scattano. I due appollaiati sull'albero di trinchetto e gli altri sul ponte di coperta si animano e, tra scivolare di decine di metri di cime e sforzo di muscoli, in pochi istanti issano una, due, tre vele grandi come case. Le manovre della Amerigo Vespucci non sono solo un incanto di destrezza manuale e coordinamento, ma anche un salto nel tempo. Torna a navigare nel golfo di Trieste, in occasione della Barcolana numero 50, la nave scuola della Marina Militare più anziana in servizio. Varato nel febbraio del 1931 nel cantiere navale di Castellamare di Stabia, oltre a formare i cadetti dell'Accademia navale di Livorno, lo storico veliero ogni anno ospita a bordo migliaia di visitatori. Nave Vespucci, ricorda il suo comandante, capitano di vascello Stefano Costantino, "è oggi ambasciatrice non soltanto della Marina Militare, ma anche del made in Italy e della cultura italiana nel mondo". Una funzione di "Naval Diplomacy" a favore del Sistema Italia cui dal 2007 si aggiunge quella "di ambasciatrice di un messaggio di pace e speranza a favore di tutti i giovani per l'Unicef", ricorda il comandante. Un carico ricco di storia, dunque, e di valori. A cominciare da quelli trasmessi dal motto utilizzato dal 1978 che si legge alla base dell'albero di maestra: "Non chi comincia ma quel che persevera". Tratto da uno scritto di Leonardo da Vinci, rammenta Costantino, rappresenta "la sintesi migliore per potere illuminare la strada dei giovani". Lunga 101 metri, larga 15,5 metri, 4 alberi, con una superficie velica (24 vele) di 2.635 metri quadri e una lunghezza di cime e corde utilizzate a bordo, pari a 36 chilometri di lunghezza, il vero motore della storica imbarcazione è il suo equipaggio: 270 militari che durante i tre mesi di formazione dei cadetti dell'Accademia diventano 400. Elegante e maestosa, al suo interno anche gli arredi raccontano un pezzo di storia d'Italia. A cominciare dai due quadri salvati da nave Colombo, gemella della Vespucci, che dopo il secondo conflitto mondiale subì un destino ben diverso: a titolo di riparazione di guerra venne consegnata all'Unione Sovietica e utilizzata saltuariamente come nave scuola nelle acque del Mar Nero fino al 1959, per poi essere destinata a nave di trasporto per il legno, finché nel 1963 bruciò con il suo carico. I due dipinti a olio - che raffigurano l'arrivo di Cristoforo Colombo a El Salvador e il suo rientro - oggi sono custoditi nella Sala del Consiglio di Nave Vespucci. O ancora, la fiaccola olimpica trasportata dal porto greco del Pireo a quello di Siracusa, destinata ai Giochi di Roma del 1960. Gli omaggi al passato sono ovunque: la micciera, posizionata vicino all'alloggio del comandante, l'unico un tempo a poter accendere o spegnere il fuoco a bordo; il pianoforte, dono degli Usa, o ancora le lanterne a olio un tempo utilizzate per illuminare la passerella all'arrivo delle autorità a bordo, oggi sostituite dai "fischi alla banda", il trillo usato per rendere gli onori. Domenica 14, in serata, "la nave più bella del mondo" - come fu definita nel 1962 dalla plancia della portaerei USS Independence incrociata nel Mediterraneo - salperà alla volta di Marina di Ravenna e Castellammare di Stabia per poi rientrare a La Spezia dove rimarrà per i lavori invernali. Dal suo arrivo a Trieste, l'8 ottobre scorso, oltre 15 mila visitatori sono saliti a bordo.

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