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A Nuoro il fascino della musica corale

Canti tradizionali risuonano nella tappa di Autunno in Barbagia

NUORO ANSAcom

di Maria Giovanna Fossati

Nascono nei primi anni Cinquanta e si inseriscono nella tradizione millenaria del canto a tenore, ma ormai da quasi 70 anni i cori nuoresi sono saldamente inseriti nella tradizione canora e culturale sarda. Tanto da essere diventati musica identitaria nelle più importanti e rappresentative cerimonie dell'isola: nel marzo 2018 uno di cori barbaricini ha omaggiato con la sua esibizione il Capo dello Stato Sergio Mattarella in visita nell'isola.

In occasione di Autunno in Barbagia, che lo scorso weekend ha fatto tappa a Tiana e nel capoluogo barbaricino, i cori dispiegano le loro voci nella chiesa di San Carlo e si diffondono a Santu Pedru, il quartiere della scrittrice premio Nobel Grazia Deledda, fra stradine e case di pietra. Nella vocalità e nei testi dei cori della città definita l'Atene Sarda, che ha dato i natali a scrittori e poeti come Salvatore e Sebastiano Satta ma anche a scultori del calibro di Francesco Ciusa, si intrecciano le storie del passato e del presente e consacrano la musica corale a vera propria evoluzione delle tre voci gutturali del canto a tenore.

"Chi come me è nato a Santu Predu negli anni Sessanta sente nelle vene la melodia e la storia dei cori nuoresi - racconta Giampaolo Puggioni, direttore del coro Grazia Deledda e autore della musica Grassia Deledda la canzone dedicata alla scrittrice premio Nobel -. Fin da bambino ho chiesto di entrare nei cori e sono stato inserito in quello del maestro Giampaolo Mele dove ho sviluppato un timbro tenorile. Subito ho iniziato a studiare canto nella scuola civica di musica con la fondatrice Antonietta Chironi, ma l'incontro artistico più importante è quello che avviene tra me e Banneddu Ruiu, il compositore e etnomusicologo che ha trovato nell'archivio del comune di Nuoro lo spartito dimenticato del musicista Giuseppe Rachel noto con il titolo Non Poto reposare e lo ha riscoperto e trasformato nella canzone che conosciamo oggi: praticamente un inno nazionale dei sardi e un brano entrato a far parte dei repertori di numerosi cori nazionali e internazionali".

La musica corale barbaricina a differenza dei canti a tenore che si eseguono a orecchio, necessita di studio, si leggono gli spartiti. E Puggioni studia e scrive musica, fino a comporre numerose canzoni dei cori di cui entra a far parte e dove diventa, in diversi casi il direttore: "La nostra è una polifonia di ispirazione popolare diventata folklore - prosegue - il boom dei cori a Nuoro si è avuto negli anni 70 e 80. Oggi abbiamo sette cori che stanno diffondendo, insieme ai gruppi di canto a tenore, la cultura sarda nel mondo".

Autunno in Barbagia, la manifestazione conosciuta come Cortes Apertas, promossa dalla Camera di Commercio di Nuoro e dall'Aspen, lo scorso weekend ha fatto tappa anche a Tiana, un borgo di 500 abitanti nella Barbagia di Ollolai definito il paese dell'orbace (tessuto ottenuto dalla filatura della lana) e dei centenari: tra essi Antonio Todde, morto a 112 anni nel 2001, ed entrato nel guinness dei primati come uno degli uomini più vecchi del mondo. "E' un paese dagli scorci suggestivi e dove siamo rimasti incantanti dal processo di follatura dell'orbace - ha detto Gigliola Orrù, operatrice turistica di Quartu - non solo, Tiana ha anche un antico mulino e un singolare percorso delle vie del Mugnaio dove abbiamo assistito alla dimostrazione dell'arte della macina del grano, fino al completamento del ciclo del pane in Su Forru e Tziu Effese, con la preparazione e la cottura de 'su pane fresa' e de 'is pizzuddas e gherda'. Tradizioni e mestieri dimenticati che fanno riscoprire la Sardegna antica".

In collaborazione con:
Aspen

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