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Murgia contro Salvini: 'Io radical chic? Confrontiamo il curriculum'

La scrittrice risponde su Fb ad un tweet del ministro

 La scrittrice Michela Murgia va allo scontro con Matteo Salvini  dopo che il ministro dell'Interno la aveva definita radical-chic. "Le propongo un gioco, signor Ministro: si chiama sinossi dei curriculum'" scrive la Murgia in un post su Facebook,  giudicandosi attaccata da un tweet di Salvini che la definiva "intellettuale radical chic e snob" , e ricordando  la sua lunga storia di precariato, prima di diventare una scrittrice di successo.
    "Nel 1991, anno in cui mi diplomavo come perito aziendale - scrive - mi pagavo l'ultimo anno di studi lavorando come cameriera stagionale in una pizzeria. Purtroppo feci quasi due mesi di assenza perché la domenica finivo di lavorare troppo tardi e il lunedì mattina non sempre riuscivo ad alzarmi.   A causa di quelle assenze alla maturità presi 58/60esimi.
    Nel '92 lavoravo in una società di assicurazioni per sostenermi gli studi all'istituto di scienze religiose, mentre lei prendeva 48/60 alla maturità classica in uno dei licei di Milano frequentati dai figli della buona borghesia. Sono contenta che non abbia dovuto lavorare per finire il liceo. Nessuno dovrebbe". La scrittrice prosegue con i raffronti: "Nel '93 iniziavo a insegnare nelle scuole da precaria, lavoro che ho fatto per sei anni. Nel frattempo lei veniva eletto consigliere comunale a Milano e iniziava la carriera di dirigente nella Lega Nord, diventando segretario cittadino e poi segretario provinciale. Non avendo mai svolto altra attività lavorativa è lecito supporre che la pagasse il partito. Chissà se prendeva quanto me che allora guadagnavo 900mila lire al mese. Nel '99 consegnavo cartelle esattoriali a domicilio con un contratto co.co.pro. Ero pagata 4mila lire a cartella e solo se il contribuente moroso accettava di firmarla. Lei invece prendeva la tessera giornalistica facendo pratica alla Padania e a radio Padania, testate di partito che si reggevano sui finanziamenti pubblici, ai quali io non ho nulla in contrario, ma contro i quali lei ha invece costruito la sua retorica". E così Murgia continua raccontando il suo curriculum da precaria anno dopo anno.
    "Se adesso le è chiaro con chi è che sta parlando quando virgoletta il mio nome nei suoi tweet - conclude - forse le sarà altrettanto chiaro che è lei, signor Ministro, quello distaccato dalla realtà. Tra noi due è lei quello che non sa di cosa parla quando parla di vita vera, di problemi e lavoro, dato che passa gran tempo a scaldare la sedia negli studi televisivi, travestirsi da esponente delle forze dell'ordine e fare selfie per i social network a dispetto del delicatissimo incarico che ricopre a spese dei contribuenti. Lasci stare il telefonino e si metta finalmente a fare il ministro, invece che l'assaggiatore alle sagre. Io lavoro da quando avevo 14 anni e non mi faccio dare lezioni di realtà da un uomo che è salito su una ruspa in vita sua solo quando ha avuto davanti una telecamera".


   

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