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Di Battista: 'Berlusconi mi provoca, tornerò ad Arcore'

Di Battista: 'Berlusconi mi provoca, tornerò ad Arcore'

Dopo l'inchiesta del 'Giornale' sull'azienda di famiglia che sarebbe in difficoltà. 'Grazie a voi oggi tutti sanno che non me ne sono occupato quando ero parlamentare'

18 dicembre 2018, 14:57

Redazione ANSA

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Alessandro Di Battista in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

Alessandro Di Battista in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA
Alessandro Di Battista in una foto d 'archivio - RIPRODUZIONE RISERVATA

"Io sono così calmo e tranquillo ultimamente, ma se provocate mi tocca tornare ad Arcore sotto la villa del vostro padrone. Stavolta però per leggere dei pezzi della sentenza sulla trattativa Stato-Mafia. L'avete voluto voi evidentemente". Così Alessandro Di Battista replica all'inchiesta de Il Giornale sull'azienda di famiglia e risponde anche a Renzi: "si è subito buttato a pesce su questa stupidaggine. Caro Matteo, so che ti brucia ancora che uno come me..ti ha fatto il 'culo' al referendum costituzionale".

Il Giornale - attacca Di Battista - "udite udite, tramite una visura camerale - una roba pubblica insomma - scopre che la piccola azienda di famiglia (3 dipendenti tra cui mia sorella) ha difficoltà. Chapeau! A questo punto gli consiglio di fare altre decine di migliaia di visure camerali ad altrettante PMI per scoprire la situazione delle piccole imprese italiane... Ebbene sì, la nostra azienda va avanti, con enormi difficoltà. Mio padre, ad oltre 70 anni, lavora come un matto. Il carico fiscale è enorme. L'azienda ha avuto difficoltà a pagare puntualmente i 3 dipendenti (tra cui mia sorella). Ciononostante l'azienda tira avanti, così come tante altre, sperando che i colpevoli, che oltretutto oggi provano, in modo scomposto, a fare i carnefici, vengano cacciati, una volta per tutte, dalle Istituzioni". Così Alessandro Di Battista in un post in cui aggiunge: "Grazie. Pensate di indebolirmi ma ottenete il contrario. Oggi, grazie a voi, ogni piccolo imprenditore italiano sa che un ex-parlamentare, quando era in Parlamento, non si è occupato dell'azienda di famiglia".

"Vi ricordate quando B. si burlò di me dicendo, per l'appunto, che non avevo studiato, che ero fuori corso etc etc. L'ho querelato e lui alla fine ha accettato di scrivere la letterina che vi allego qui sotto. Quando torno me la stampo, ci faccio una gigantografia e l'attacco al muro tra il diploma di laurea e quello del master. Ovviamente dopo averne mandata una copia a Sallusti chiedendogli, come sempre, di obbedire al suo padrone e di chiamarmi 'Illustre Signor Dottor Di Battista'".

 

 

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