"Mi si accusa per le mie idee e non per i fatti. E poiché non rinuncerò alle mie convinzioni democratiche, mi considero in questo momento un prigioniero politico". Così ha esordito oggi nell'interrogatorio davanti alla Corte suprema l'ex vicepresidente della Generalitat, Oriol Junqueras, il principale accusato nel giudizio contro 12 leader catalani per il referendum illegale dell'1 ottobre 2017 e la successiva dichiarazione unilaterale di indipendenza.
"Questo è un processo politico, sono perseguito per le mie idee, per cui non risponderò alle domande del pubblico ministero", ha detto Junqueras davanti alla corte presieduta dal giudice Manuel Machena. "Nulla di quello che abbiamo fatto è un reato. Votare in un referendum e lavorare per l'indipendenza della Catalogna non è un reato", ha insistito il leader di Esquerra Republicana de Catalunya, accusato di ribellione e malversazione, per il quale la Procura chiede una condanna a 25 anni di carcere e l'Avvocatura dello Stato a 12 anni.
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