Il capo dei tantri, i custodi
del tempio di Sabarimala, l'area sacra indù che per la prima
volta, dopo una sentenza della Corte Suprema, dovrebbe essere
accessibile a tutte le indiane, si è rifiutato di aprire
l'altare all'arrivo di due giovani donne che, protette da una
nutrita scorta di poliziotti armati, erano riuscite a
raggiungere il sancta sanctorum.
S. Sreejith, ispettore generale di Polizia, che aveva
scortato la giornalista poco meno che trentenne Kavita Jakkal e
una fedele, Rehana Fatima, lungo tutto il percorso, fino ai
gradini dorati sulla sommità della collina, ha dichiarato
all'agenzia di stampa Ani che il sacerdote ha anche minacciato
di chiudere l'intera area, dove migliaia di devoti sono in
attesa di sfilare davanti al dio Ayyappa.
"È un disastro", ha commentato il poliziotto: "ma non ho
l'autorità per imporre modifiche ai rituali religiosi, e non
posso neppure costringere un sacerdote ad accettare il darshan,
l'omaggio rituale".
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