Il promontorio, frequentato dapprima dai Micenei e poi dai Greci che vi realizzarono un tempio dedicato ad Athena protettrice della navigazione, passa nel IV secolo sotto il dominio dei Sanniti, ai quali appartiene la famosa iscrizione qui ritrovata (III-II a.C.) in cui si cita la realizzazione di un approdo nell’insenatura di levante per raggiungere il santuario dedicato a Menerva (divinità italica equivalente ad Athena). Il santuario e il culto perdono importanza con la conquista romana, quando questo tratto di costa diviene principalmente il punto di imbarco per raggiungere Capri divenuta, con Tiberio, residenza imperiale. Il santuario doveva trovarsi nel primo terrazzamento laddove in seguito è stata realizzata la torre di avvistamento (1335). Il promontorio e gli isolotti de “Li Galli” si contendono - secondo gli studiosi - la sede delle Sirene (Ligeia, Leucosìa e Partenope), figure mitologiche (mezze donne mezze uccello) che ammaliavano i naviganti portandoli al naufragio, in realtà una trasposizione dei pericoli derivanti da bassofondali, da scogli affioranti e da gorghi marini.
L’arcipelago de “Li Galli” viene infatti generalmente identificato con le isole Sirenussai citate dagli autori antichi e in particolare Strabone. Per l’età romana lo stesso Strabone descrive il golfo di Napoli come una unica città con un susseguirsi ininterrotto di ville da Miseno fino a Punta Campanella e in penisola restano tracce di questa ricca edificazione con innumerevoli resti murari, ninfei, peschiere, banchine di attracco e cunicoli scavati nella falesia che confermano quanto descrittoci dagli autori antichi. L’articolazione degli spazi e la struttura di queste dimore lussuose rappresenta un unicum nell’architettura romana. Dallo studio della disposizione degli ambienti, per lo più senza uno schema rigido, infatti, si percepisce che tutto era in funzione dell’adattamento degli spazi alla fruizione del paesaggio. In particolare nel tratto di costa prossimo a Sorrento si conservano, a ridosso della costa, i resti della Villa di Agrippa Postumo e la villa annessa al c.d. Bagno della Regina Giovanna, due tipici esempi di ville marittime, suddivise tra un settore residenziale ed un settore marittimo.