(di Emanuela De Crescenzo)
(ANSA) - ROMA, 9 FEB - Il 18 febbraio il quartiere romano
della Garbatella compirà 99 anni, ma lo sguardo di abitanti,
comitati ed istituzioni è già rivolto al prossimo anno. Nel 2020
scoccheranno i cento anni da quando re Vittorio Emanuele III,
posò la prima pietra in piazza Benedetto Brin in quella zona di
campagna sui Colli di San Paolo che la Giunta di Ernesto Nathan
ideò per i futuri lavoratori portuali: il progetto iniziale era
di collegare l'area al porto di Ostia con un canale navigabile,
parallelo al Tevere, che però non fu mai realizzato.
Sono già dunque in piena attività i preparativi per il
centenario del quartiere nato sul modello delle "Città Giardino"
sorte in Inghilterra - come testimoniano i 'lotti' più antichi
dei 62 costruiti su 26 ettari, villini economici di due piani
circondati da orti e giardini costruiti dall'Istituto Case
Popolari - e poi trasformatisi con l'avvento del fascismo quando
nacquero i cosiddetti "alberghi collettivi", grandi edifici con
singole stanze da letto e spazi comuni per ospitare i tanti
romani "sfrattati" dal centro di Roma, dove erano in corso i
grandi lavori.
L'Ottavo municipio, il Comune, la Regione, l'Università Roma
Tre e la Camera di Commercio e rappresentanti dell'Ater si sono
già incontrati due volte e stanno per costituire il Comitato
"Garbatella 100", che sarà sancito da un protocollo d'intesa con
l'obiettivo - come spiegato dal presidente del municipio Amedeo
Ciaccheri - di rendere il centenario un appuntamento non solo
della Garbatella ma di tutta la città, ricco di eventi culturali
e al tempo stesso un'occasione per un recupero urbano e
architettonico del quartiere. Tra le proposte, che ora dovranno
essere vagliate, c'è la ristrutturazione dei lotti più antichi,
la sistemazione delle principali piazze come Largo delle Sette
Chiese, piazza Biffi, piazza Bartolomeo Romeo o piazza
S.Eurosia, il restauro della Fontana Carlotta, uno dei simboli
del quartiere, dove l'acqua sgorga da una testa femminile,
appunto Carlotta che, la leggenda narra, fosse l'ostessa
"garbata e bella" da cui prende proprio il nome la Garbatella. E
per sostenere il restauro della fontana è già partita una
raccolta di adesioni, mentre è in corso un'azione di
volontariato promossa dal comitato di quartiere per una bonifica
di piazza Brin, dove si trova la prima pietra di fondazione.
Anche la Cna ha scelto di dare un contributo e si occuperà di
realizzare una mappatura delle botteghe storiche del quartiere
da salvaguardare.
Altra iniziativa per il centenario è stata promossa
dall'VIII municipio che ha indetto un concorso di idee rivolto
alla cittadinanza per la creazione di un logo che diventi il
simbolo della Garbatella e della sua "festa" in ogni evento del
2020. Il 24 febbraio in piazza Damiano Sauli, dominata dalle
quattro aquile littorie frutto del razionalismo
dell'architettura fascista collocate sulla scuola elementare
"Cesare Battisti", set della famosa serie televisiva dei
Cesaroni - il presidente del municipio comunicherà al "popolo"
della Garbatella quale sarà il logo scelto e si augura che potrà
essere anche l'occasione per illustrare alcuni punti del
programma del centenario. Ma sarà anche una festa col concerto
del gruppo "Il muro del Canto" dal titolo "L'amore mio non
more".
Il clou dei festeggiamenti per le 99 candeline del quartiere
sarà invece il 18 febbraio con il concerto della banda musicale
del corpo di Polizia locale di Roma Capitale e la Marcia della
Pace con gli alunni delle scuole elementari e medie da piazza
Benedetto Brin a piazza Oderico da Pordenone, dove verranno
apposti - su quello che nel quartiere viene considerato l'Ulivo
della Pace - i pensieri dei ragazzi dedicati alla pace e al
decoro, filo conduttore del compleanno targato 2019.
Sono tantissimi gli appuntamenti da qui al 24 febbraio:
mostre fotografiche come "I ricordi nel cassetto" tratta dalle
collezioni private delle famiglie e delle istituzioni della
Garbatella, visite guidate, concerti, presentazioni di libri,
tornei sportivi, tante iniziative per brindare a quel quartiere
popolare e storicamente "rosso", il più amato da Nanni Moretti,
come ammette in un episodio del film "Caro Diario", e visitato
il 13 dicembre del 1931 dal Mahatma Gandhi.(ANSA).