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Responsabilità editoriale di Advisor
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Gli italiani iniziano in ritardo ad accantonare una percentuale di reddito adeguata in vista dell’età della pensione. È quanto emerge dai primi risultati della ricerca annuale Schroders Global Investor Study 2018 condotta in 30 paesi su un campione di oltre 22.000 persone. Stando allo studio, gli italiani non pensionati, infatti, pur ritenendo in media di dover destinare al loro benessere futuro il 12,5% delle loro entrate per condurre una vita confortevole, stanno accantonando a questo scopo meno del 10% (9,8%).
Si differenziano così dai risparmiatori degli altri paesi europei che, a fronte di uno stesso livello di fabbisogno stimato (12,6%), accantonano oltre il 10%.
Gli italiani prossimi alla pensione, infatti, ritengono che per vivere confortevolmente avranno bisogno di quasi l’80% dello stipendio percepito in età lavorativa; tuttavia, quelli già pensionati dichiarano di ricevere quasi il 74%. Un gap che in ogni caso aumenta ulteriormente in Europa, dove una volta in pensione si percepisce effettivamente il 63% dello stipendio in età lavorativa, a fronte di un’aspettativa media di fabbisogno di poco inferiore al 73%.
Gli italiani non ancora in pensione stimano che le spese basilari per vivere una volta in pensione incideranno sul reddito complessivo per il 37% (35% per gli europei e 34% a livello globale); chi è già in pensione dichiara di dover destinare a tali spese in media oltre la metà dell'assegno pensionistico. Dalla ricerca di Schroders, emerge inoltre che i pensionati intervistati continuano a investire una percentuale significativa del reddito di cui dispongono, con gli italiani che destinano agli investimenti il 22%, gli europei il 18% e a livello globale il 19%.
Ma dove si informano e quanti esperti vengono consultati dai risparmiatori prima di aderire a una forma pensionistica complementare? Secondo lo studio, la maggior parte degli intervistati ha molta fiducia nei consulenti finanziari come fonte di informazioni per prendere una decisione di investimento in vista della pensione. In genere, il consulente finanziario, per via del rapporto fiduciario instaurato negli anni con il cliente, è considerato la seconda fonte per ordine di importanza e viene addirittura prima degli esperti dei fondi pensione di categoria, dell'azienda e dell'ente previdenziale pubblico.
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