In tempi di coronavirus è il
Mezzogiorno a registrare gli incrementi più alti nella corsa
agli acquisiti alimentari rispetto alle altre regioni italiane.
Tra il 16 febbraio e il 15 marzo, rispetto allo stesso periodo
dell'anno precedente, il Sud ha messo a segno una crescita delle
vendite del 21% con punte del 39% solo nell'ultima settimana.
Seguono il Nord Est con +20%, il Centro con +19% arrivato però a
sfiorare +30% nell'ultima settimana e il Nord Ovest con +16%.
Tra le regioni, alla fine della quarta settimana, è il Lazio a
segnare gli incrementi di spesa più sostanziosi. E' quanto
emerge dal report Ismea, realizzato all'indomani delle misure
restrittive adottate dal governo in risposta all'epidemia.
Una corsa a riempire il carrello avvenuta quasi
esclusivamente nella grande distribuzione, segnala l'Ismea, dove
si sono spesi circa 750 milioni di euro in più rispetto
all'analogo periodo del 2019; un canale dove si è recato circa
un quinto dei consumatori. In particolare l'aumento delle
vendite maggiore si registra nei supermercati (+23%) dove sono
avvenuti quasi la metà degli acquisti (43%) e nei discount
(+20%). Meno intensa la crescita dei fatturati negli
ipermercati, penalizzati in parte dalla chiusura dei Centri
Commerciali all'interno dei quali molti di questi si trovavano
(+11% su base annua). Il report però registra un nuovo interesse
dei consumatori per i negozi di vicinato, in particolare per
frutterie e macellerie, mettendo a segno vendite in aumento del
17% rispetto al 2019 e del 20% rispetto al mese precedente; una
scelta favorita dalle limitazioni sempre più stringenti degli
spostamenti e quindi per muoversi il meno possibile da casa, ma
anche perché talvolta i piccoli negozi di quartiere sono
ritenuti più sicuri di ambienti comunque molto frequentati come
i super o ipermercati.
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