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Dl imprese, Bozza: sgravi 50% sulle spese per mascherine. Più fondi a ospedali Covid per emergenza

Esteso il credito di imposta per sanificare gli ambienti. Regioni potranno aumentare le tariffe in deroga a norme spending

Le imprese che acquistano mascherine o altri sistemi di protezione dei lavoratori dal contagio da coronavirus godranno di un credito d'imposta del 50% sulle spese. Lo prevede la bozza del decreto imprese sul tavolo del Consiglio dei ministri che estende lo sconto fiscale già previsto per la sanificazione di ambienti e strumenti di lavoro. Lo sgravio viene esteso a mascherine, guanti, visiere e occhiali protettivi, tute di protezione e calzari, barriere e pannelli, detergenti mani e disinfettanti.

Non solo le filiere più colpite dall'emergenza coronavirus, tutte le imprese e le partite Iva che hanno perso fatturato a marzo - almeno il 33% per quelle fino a 50 milioni e il 50% per le altre - non verseranno tasse e contributi ad aprile e maggio. I versamenti - Iva, ritenute e contributi - andranno fatti poi entro il 30 giugno o in 5 rate mensili - prevede la bozza -. Per gli acconti in autoliquidazione di giugno non scatteranno sanzioni a chi versa almeno l'80% del dovuto basandosi sulle previsioni di incassi del 2020.

Più fondi agli ospedali Covid per gestire l'aumento dei costi legato all'emergenza, prevede la bozza del decreto imprese, consente alle Regioni, in deroga alle norme di spending review, di riconoscere una specifica funzione di queste strutture e prevedere maggiorazioni tariffarie legate agli aumenti dei costi del personale e dell'assistenza alberghiera, cui si aggiunge la gestione di pasti individualizzati, monitoraggio e controllo costante di tipo medico e infermieristico, la sanificazione, il maggiore consumo dei DPI, la formazione del personale".

Sarà Sace a concedere le garanzie per la liquidità alle imprese, fino a 200 miliardi di cui almeno 30 dedicati a piccole e medie imprese, autonomi e partite Iva che abbiano già usato appieno il ricorso al Fondo di garanzia per le Pmi. Lo prevede il nuovo decreto imprese anti-coronavirus che crea un fondo da 1 miliardo al Mef per sostenere le garanzie. Sace resterà a Cassa depositi e prestiti, ma non sarà più soggetta "all'attività di direzione e coordinamento" di Cdp. Sarà il Mef a ricoprire ruolo di indirizzo e coordinamento.

La cessione gratuita di farmaci per uso compassionevole non sarà soggetta né a Iva né alle tasse. La misura, si legge nella relazione che la accompagna, serve per evitare di limitare l'utilizzo di farmaci autorizzati per altre indicazioni terapeutiche o di farmaci ancora in fase di sperimentazione nei programmi ad uso compassionevole che si stanno dimostrando "particolarmente utili per fronteggiare l'emergenza" in assenza di farmaci specifici.

Con il nuovo decreto imprese arriverà una sospensione per circa 10 miliardi di versamenti tra Iva e ritenute per i dipendenti e per gli autonomi. E' la stima che compare nella relazione tecnica al provvedimento, secondo la quale le ritenute sospese sono di circa 4,3 miliardi (2,5 per aprile, compresi i 950 milioni già sospesi con il Cura Italia per questo mese, e 1,7 miliardi per maggio - comprensivi di 79 milioni del Cura Italia) e l'Iva di circa 4,5 miliardi (2 miliardi per aprile e 2,4 per maggio). A questi si aggiunge la proroga per altri due mesi delle ritenute d'acconto su lavoro autonomo e provvigioni per chi ha giri di affari sotto i 400mila euro. Si tratta di 462 milioni per ricavi e compensi di aprile 2020 (versamenti maggio) e di 467 milioni per ricavi e compensi di maggio (versamenti giugno). Non vengono comunque previste coperture perché i versamenti andranno ripresi a partire da giugno, e comunque entro l'anno.

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