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L'occhio della Barone sugli anni di piombo

L'occhio della Barone sugli anni di piombo

Tra indagine personale e storia, è tra 12 in lizza per lo Strega

ROMA, 18 marzo 2020, 11:29

(di Paolo Petroni)

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- RIPRODUZIONE RISERVATA

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MARTA BARONE, ''CITTA' SOMMERSA'' (BOMPIANI, pp. 300 - 18,00 euro).
    Ci sono almeno due storie che si intrecciano in questo primo libro 'per adulti' di Marta Barone - in lizza tra i dodici del Premio Strega 2020 - da una parte un cercare di capire le proprie origini, far chiarezza e pacificarsi con la figura difficile, non amata del proprio padre, morto troppo presto e separato dalla madre, dall'altra la ricostruzione, documenti alla mano, da parte di una ragazza di oggi, trentenne, del clima infuocato politico e sociale degli anni '70 e della repressione dei primi '80 in cui si ritrovò coinvolto proprio quel padre.
    Nasce così un libro difficile, che ha la sua forza e il suo limite in una narrazione che cerca di essere obiettiva, di mantenersi neutra nell'affrontare la scoperta degli anni di piombo, nel ricostruire la figura di un uomo particolare, Leonardo Barone, giovane medico che l'autrice indica solo con le iniziali LB o ''il Barone'' come citato nelle carte processuali.
    Nel 1982 infatti l'uomo viene arrestato in una delle retate di quegli anni, accusato di partecipazione a banda armata, accusato di far parte del gruppo Prima Linea, pur essendone lui ''a distanza siderale'', per aver curato, da medico, un ferito portatogli un giorno da sconosciuti. Prima condannato, sarà infine prosciolto in Cassazione per non aver commesso il fatto.
    Inizia dalla scoperta e lettura della memoria difensiva, ritrovata un giorno a casa della madre, la curiosità circa quella figura di giovane nato nel Gargano, ''entusiasta e sentimentale'' e altruista amato da tutti che si impegna concretamente nel sostegno di disoccupati, senza tetto, immigrati aderendo negli anni universitari al gruppo di estrema sinistra Servire il popolo, che lo manderà quale quadro organizzativo nella Torino operaia dei primi anni '70, dove incontra la prima moglie e matura la scelta di fare l'operaio. Tutte storie su cui sorvolava e di cui alla figlia aveva sempre evitato di parlare: ''Di lui non sapevo granché. Oltre al fatto che quando siamo giovani ci limitiamo a constatare che i nostri genitori esistono''.
    Da lui era vissuta divisa per vent'anni, frequentandosi poco e non parlandosi per lunghi periodi, e ora che lui non c'era più si sente attratta inesorabilmente dal suo ''mistero'' che cerca di affrontare senza farsi coinvolgere, anche se con qualche impennata lirica, con difficoltà e dolore, visto che via via la porterà a crescere riempiendo di sostanza, di fatti e poi inevitabilmente di sentimenti, quel tempo perduto, confrontandosi e dialogando con terze persone, cercando i testimoni e gli amici di una tempo, costruendo una vera indagine che ci restituisce un panorama di storia italiana con l'ottica di una cronaca aspra, ricca di vita, illusioni e contraddizioni ingenue e pericolose assieme, anni agitati in cui barone si trovò coinvolto per passione ma rispetto ai quali conserverà sempre una propria personale integrità. Una storia di famiglia e il concretizzarsi del fantasma di un padre perduto tutta calata nella realtà sociale e politica del suo tempo. Nasce, proprio perché il padre non c'è più a raccontare lui stesso, questo libro necessario, non solo per Marta Barone, ma perché può far riscoprire ai suoi coetanei, al di là delle esegesi ideologiche una parte ineludibile e ''sommersa'' che è anch'essa parte nel bene e nel male delle origini delle trasformazioni, le contraddizioni, le semplificazioni della nostra storia recente.
   

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