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Il ciarlatano seduttore di Isaac Singer

Gran romanzo inedito su diaspora ebraica a NY durante la guerra

 (ANSA) - ROMA, 3 GEN - ISAAC BASHEVIS SINGER, ''IL CIARLATANO'' (ADELPHI, pp. 268 - 20, 00 euro - Traduzione di Elena Loewenthal) - ''Mentre lui si rendeva ridicolo cacciandosi in avventure sentimentali con donne mature, migliaia giovani morivano in guerra. Chissà quanti ebrei soffrivano nei campi di concentramento e nei ghetti'' si dice Hertz Minsker, addentando un panino in un bar di New York inizio anni Quaranta, autocommiserandosi ipocritamente per giustificare la propria inettitudine, il vivacchiare alle spalle di un amico ricco e principalmente delle sue donne e di una moglie che va a fare l'operaia in fabbrica, pur essendo uomo erudito e colto cabalista che potrebbe impegnarsi scrivendo e insegnando.
    Herst, pur costruito con più leggerezza, non è diverso dall'Herman Broder di 'Nemici', altro romanzo dello scrittore Isaac B. Singer, scritto come questo una decina di anni prima di ricevere il premio Nobel per la letteratura nel 1978 e pubblicato a puntate settimanali sul quotidiano yiddish di New York, fino a oggi inedito in volume e ora per la prima volta pubblicato da Adelphi, come già accaduto per 'Keyla la Rossa'.
    Questi ebrei polacchi arrivati in America per sfuggire al nazismo raccontati da Singer sono come allo sbando. Ma ci sono anche quelli che appena sbarcati si dicono ''L'America non fa per me'' ma finiscono per sguazzarvi come fossero sempre a Varsavia, adattandosi bene tanto che si sono anche arricchiti e hanno una buona posizione. Questi ultimi però hanno un qualche vago senso di colpa e molto rispetto per la loro cultura ebraica originaria che hanno un po' tradito, così che inconsciamente non vedono l'ora di aiutare qualche Rabbi o studioso dei sacri testi, come appunto Hertz, che si dice avesse conosciuto Alfred Adler e Martin Buber e pare fosse stato in corrispondenza con Freud e Bergson oltre a essere impegnato nella scrittura di un saggio fondamentale, che però cresce senza mai prendere una forma e trovare un senso, mentre il suo impegno principale è tradire la moglie Bronia con la moglie Minna del suo miglior amico e sostenitore Morris Kalisher, e occasionalmente anche con altre donne. Attorno a loro, cameriere seducenti, scrittori senza qualità, trafficanti di quadri falsi, tutti in cerca oltreoceano di qualcosa o qualcuno cui aggrapparsi. Un mondo senza senso di miseri esseri umani di cui, ''se c'era qualcuno che si beffava, era proprio Lui, il Dio dell'universo - si disse Hertz - Un Dio onnipotente... che concentrava i suoi sforzi su un patetico pungo di minuscole creature e le caricava di passioni, di peccati, di paure e castighi. Perché non aveva scelto di tormentare qualcuno delle Sue dimensioni?''.
    La mistificazione, reale e esistenziale, è un po' la caratteristica di questo uomo senza qualità, e nel romanzo ha la sua forza esemplare nelle truffaldine sedute spiritiche che conduce Bessie, padrona della casa che ospita Hertz, grande, impenitente e consapevole bugiardo che ama dire di sé ''Sono un ciarlatano'', ma poi ha spesso il pensiero, subito sepolto, di quelle stelle gialle che in Europa sono costretti a portare gli ebrei.
    Così, tra donne, di cui non riesce a fare a meno e quindi non sopporta, che perde e cerca di riconquistare in un gioco di necessità per sfuggire se stesso e la propria solitudine, che lascia e ricerca anche quando sembrano inviperite per aver scoperto i suoi tradimenti, conduce una vita apparentemente normalissima e di pura sopravvivenza, in realtà movimentatissima. Le sue giornate, magari in cerca di un bar in cui riparare e talvolta un posto dove dormire, sono piene di imprevisti, colpi di scena e sorprese, scarti e vere e proprie fughe da cui torna con la coda tra le gambe e senza riuscire a approfittare delle occasioni vere che gli si presentano, come quando è chiamato a insegnare alla Black River University da un miliardario invaghitosi delle sue teorie sulla Natura Umana e le sue idee filosofiche su Leibniz, Dio e la religione. Anzi, quello è il momento in cui tutto sembra precipitare e impedirgli finalmente di fare ciò che in cuor suo vuole invece evitare. Una vicenda comica e grottescamente tragica nel cercar di sopravvivere comunque tra bisogno d'amore e paura, sensi di colpa, vitalità e inettitudine di vivere, eros come fuga dal senso della fine, ma anche con quello sguardo ironico ebraico autolamentoso cui ci ha abituati uno come Woody Allen e con una serie di interrogativi assoluti senza risposta: ''Se c'era un Dio, cosa pensava di lui, l'intellettuale corrotto, il seduttore? E se non c'era nessun Dio, cosa restava da sperare a Hertz, uomo anziano con un piede nella fossa?''. (ANSA).
   

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