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F.Carofiglio, Miranda è un po' mia madre

F.Carofiglio, Miranda è un po' mia madre

Nel nuovo romanzo 'L'estate dell'incanto'

ROMA, 07 ottobre 2019, 09:48

Mauretta Capuano

ANSACheck

Francesco Carofiglio, L 'estate dell 'incanto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Francesco Carofiglio, L 'estate dell 'incanto - RIPRODUZIONE RISERVATA
Francesco Carofiglio, L 'estate dell 'incanto - RIPRODUZIONE RISERVATA

Miranda che ricorda, a 90 anni, la sua infanzia. Miranda che si vede bambina, a 10 anni, sulle colline pistoiesi con la mamma, in un'estate nella casa del nonno tra boschi magici e animali parlanti. E' il 1939 e il mondo è sull'orlo dell'abisso, Hitler sta per invadere la Polonia, ma per lei è 'L'estate dell'incanto' e tornare a quei giorni è un antidoto. Ce lo racconta Francesco Carofiglio nel suo nuovo romanzo, pubblicato da Piemme, in cui è riuscito a far confluire tutti i suoi talenti, quello di attore, di illustratore e di architetto, oltre che di narratore che invita a un passo lento tra storia privata e pubblica. "La grande storia arriva come un eco, presente ma lontana" dice all'ANSA lo scrittore.
    "Più di tutti gli altri che lo hanno preceduto, questo romanzo" spiega "è dedicato a mia madre, Enza Buono" morta nel 2014. A lei si ispira in parte l'affascinante donna protagonista della storia. "Quando ho iniziato a scrivere sapevo che mi sarei imbattuto più volte nel ricordo di mia madre. Era una intellettuale come Miranda, una donna per molti aspetti anticonvenzionale, con una memoria lunghissima e una straordinaria capacità affabulatoria, per me anche una grande scrittrice. Ci sono dei possibili incroci e collegamenti ma Miranda non è mia madre. Così come c'è qualche tratto in comune con l'immagine che ho di lei bambina attraverso i suoi ricordi, i suoi racconti. Forse è stato un modo per salutarsi nuovamente.
    Per fare un percorso insieme" spiega Carofiglio che ricorda il gioco che da bambino faceva con la madre, con il fratello Gianrico e a volte con il padre. "Lei ci diceva dei versi a memoria della Commedia di Dante, di Leopardi. Ci rappresentava la letteratura italiana in alcuni indovinelli. Così ho cominciato a conoscere Dante prima di averlo letto. Non c'è mai stato imposto di leggere però avevamo una casa piena di libri. E di questo credo che Miranda abbia qualche tratto" racconta.
    Ci sono anche alcuni elementi autobiografici dello scrittore, nato a Bari nel 1964, laureato in architettura, attore, illustratore e regista, nella scelta dell'ambientazione in Toscana. "Ho vissuto a Firenze, mi sono laureato lì in architettura. Mia zia aveva un casale sulle colline pistoiesi molto misterioso e bello che adesso non c'è più. Tutta la storia è un'invenzione fantastica ma ci sono alcuni dati che arrivano dall'esperienza vissuta", spiega Carofiglio che è andato in quel casale quando era ragazzino e ricorda "un grande armadio nero con intagliate figure diaboliche. Ero convinto che quella fosse la casa del diavolo". Quell'armadio torna in tanti suoi romanzi, ma non in questo dove però c'è quell'atmosfera. "La linea che univa Firenze a quel casale di campagna è una linea dell'anima" racconta. E aggiunge: "questa non è la storia di una bambina e di una anziana signora, ma di personaggi calati in un mondo che in quegli anni ha molto vissuto, combattuto, perduto e vinto, forse più che in altre regioni italiane. E il presente emblematico di questa donna novantenne è quello di una grande ascoltatrice, contemplatrice dei luoghi e delle persone".
    Il nonno paterno di Miranda dipinge animali bellissimi. La ragazzina nel bosco incontra una lince magica. Con il suo primo compagno di giochi, Lapo, vive avventure spericolate e scopre il primo innocente bacio. C'e' un'atmosfera magica e indimenticabile nel romanzo e l'input "è arrivato proprio dal racconto di una bambina, figlia di una mia amica, che mi ha parlato di una vacanza in Toscana con la mamma durante la quale ogni giorno attraversava il bosco ed era convinta che ci fossero animali feroci ad osservarla" spiega Carofiglio che ha scritto anche due libri con il famoso fratello Gianrico: un graphic novel,'Cacciatori nelle tenebre' e nel 2014 'La casa nel bosco'.
    "Diciamo sempre che per fortuna abbiamo scritture differenti.
    Ogni volta che facciamo qualcosa insieme giuriamo di non ripeterlo mai più. Arriviamo quasi allo scontro fisico, ma abbiamo un buon rapporto di fratelli, non siamo in conflitto" racconta Francesco che, vista la sua abilità nel disegno, scrive naturalmente per immagini e vedrebbe bene un film da questo libro. Autore anche di un romanzo per ragazzi 'Jonas e il Mondo Nero' (Battello a Vapore) ora sta scrivendo il seguito "che mi è stato chiesto a gran voce dai ragazzi. Sono felice quando scrivo e disegno. Non faccio parte della schiera dei sofferenti nella scrittura e nell'arte".
   

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