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Houellebecq tra viaggio e erotismo

Houellebecq tra viaggio e erotismo

Torna Piattaforma, per lettore confronto fisico con il racconto

ROMA, 05 agosto 2019, 10:48

Elisabetta Stefanelli

ANSACheck

Copertina Piattaforma - RIPRODUZIONE RISERVATA

Copertina Piattaforma - RIPRODUZIONE RISERVATA
Copertina Piattaforma - RIPRODUZIONE RISERVATA

MICHEL HOUELLEBECQ, PIATTAFORMA (La Nave di Teseo, pag. 379. euro 13,00) Provare a prendere l'opera di Michel Houellebecq dalla gola, come lui fa con te ad ogni libro, può essere una sfida interessante soprattutto d'estate quando ti sembra di avere più energie e più tempo per portare a termine e vittoriosamente un confronto impegnativo e fisico come quello con i libri di questo scrittore che ora La Nave di Teseo sta ripubblicando uno per uno.

Il confronto con la pagina di Houellebecq è infatti fisico prima che intellettuale, almeno per me. Ti prende e ti colpisce negli istinti più bassi, ti spiazza, ti porta da una parte all'altra sbattendoti contro le pareti della sua scrittura ruvida. Ne esci tramortito fisicamente ed intellettualmente che sia la prima volta che lo leggi o la milionesima perché mette a nudo senza mezzi termini gli istinti peggiori, le debolezze del tuo essere bianco ed occidentale del tuo appartenere ad una civiltà antica e dominante, inesorabilmente destinata alla scomparsa. A partire dalla trama per esempio. Come in questo Piattaforma, libro del 2001, per niente datato, non tra i suoi più famosi, eppure proprio per questo per me assolutamente significativo. Qui non tanto per quello che racconta, in fondo poco, ma per come lo fa e la scrittura appunto è più nuda ed efficace che altrove, come in Sottomissione in cui sei catturato dalla sfida tematica.

Qui si parte stancamente e ti sembra di essere in un romanzo familiare, introspettivo. Poi dopo poco ti ritrovi in un giallo, forse un thriller. Ma non hai nemmeno finito di pensarlo che sei in viaggio, in un romanzo di viaggio che però diventa subito erotico al limite della pornografia e poi ancora altro di pagina in pagina come fossero tanti libri diversi uno dentro l'altro eppure no, non lo sono. Non lo sono perché il protagonista è sempre lui, quell'uomo bianco occidentale insopportabilmente antipatico nella sua decadenza, capace di provare sentimenti insospettabili nella sua apatia e di creare senso nella sua insensatezza. Lui come il protagonista di Piattaforma. Michel, parigino, quarantenne che si sente vecchio, anonimo funzionario ministeriale che si occupa del futuro dell'arte, solitario egoista apatico fissato con il sesso che si distrugge per amore quasi come avesse un cuore che non ha. Tu sei lì con lui, insopportabilmente antipatico e soprattutto lo odi perché ti porta a fondo in tutte le sue perversioni e quasi ti senti soffocare perché alla fine, ogni volta, si ti rendi conto che si così tanto e maledettamente ti somiglia.
   

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