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La nonviolenza da Ginsberg a Internet

La nonviolenza da Ginsberg a Internet

'Prometeo Beat' di Fabrizio Petri, viaggio tra India e Occidente

ROMA, 10 giugno 2019, 12:54

Alberto Zanconato

ANSACheck

La copertina del libro di Fabrizio Petri 'Prometeo Beat ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

La copertina del libro di Fabrizio Petri  'Prometeo Beat ' - RIPRODUZIONE RISERVATA
La copertina del libro di Fabrizio Petri 'Prometeo Beat ' - RIPRODUZIONE RISERVATA

FABRIZIO PETRI, PROMETEO BEAT (Moretti&Vitali, pp. 300, euro 25,00) Cosa hanno a che fare la Beat Generation, gli hippie, il movimento psichedelico e il punk con la nascita di Internet? "Molto, ma molto di più di quanto non si pensi", risponde Fabrizio Petri, da molti anni studioso e autore di libri sulla nonviolenza che proprio a questo tema ha dedicato il suo primo romanzo, 'Prometeo Beat'.
    L'idea di una rete senza un centro, ricorda Petri, era già alla base del progetto Arpanet finanziato dal ministero della Difesa americano e realizzato con la collaborazione di istituzioni accademiche. Ma tutto ciò aveva solo finalità militari ed escludeva il comune cittadino. Tanto che quando Steve Wozniak inventò il primo personal computer, nessuno lo prese sul serio. Il concetto di connettività universale in cui tutto debba essere condiviso è, secondo Petri, "figlio delle comuni controculturali e del credo nonviolento". Un'idea che viene realizzata nel mondo punkhacker-cyberpunk californiano.
    "All'inizio tutti erano degli hacker, da Steve Jobs a Bill Gates, convinti - afferma ancora Petri - che ogni invenzione, ogni informazione, dovesse essere condivisa con tutti, salvo che poi quando alcuni di loro arrivarono al successo abiurarono il loro credo hacker e arrivarono le royalties... e la legge del capitalismo". Alla nonviolenza e alla cultura indiana Petri - diplomatico e presidente della Commissione interministeriale per i diritti umani - ha già dedicato due saggi, 'Karma Aperto' e 'Dharma Aperto'. Ora è alla sua prima esperienza di romanziere. Nel titolo della storia, edita come i volumi precedenti da Moretti&Vitali, unisce il nome del titano simbolo della sfida al potere nel nome di un sapere motore di un autentico progresso, ad un richiamo alla Beat Generation che segnò l'inizio dei movimenti controculturali partiti dall'America.
    Il romanzo mescola realtà storica e invenzione, ma veri sono i protagonisti: Allen Ginsberg, poeta e scrittore della Beat Generation, e Derek Jarman, regista inglese di formazione punk.
    Ginsberg, dopo aver abbracciato la nonviolenza, accompagna il lettore dall'inizio degli anni Sessanta alla metà dei Settanta attraverso le varie fasi della controcultura, partendo appunto dal periodo beat, per passare alla fase psichedelica, poi a quella hippie e infine underground. Jarman raccoglie la staffetta per attraversare il periodo punk e arrivare al cyberpunk alla fine degli anni Ottanta. Essendo la nonviolenza il soggetto cardine del romanzo, l'India è una tappa fondamentale. Il viaggio, realmente avvenuto, che Ginsberg farà nel biennio 1962-63, rappresenterà un punto di svolta epocale. Il viaggio di Jarman in India, invece, è totalmente inventato. Ma il punto che li unisce è che entrambi faranno incontri con donne indiane - Ginsberg con una anziana donna lebbrosa e Jarman con Phoolan Devi (la famosa 'Regina dei Banditi') - che rivoluzioneranno le loro vite orientandoli definitivamente verso la nonviolenza.
    La storia si conclude alla vigilia dell'avvento di Internet.
    Questa rivoluzione e i suoi effetti sulla società globale verranno affrontati in un nuovo romanzo già scritto da Petri che verrà dato alle stampe in futuro. "Partirò - dice il diplomatico-scrittore - dal presupposto che se è stata una certa forma di capitalismo a creare un eccesso di individualismo nella nuova società in rete, per ristabilire un equilibrio tra individualità e altruismo occorre agire sul capitalismo stesso per trasformarlo".
   

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