Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Luchini mattatore, è un uomo da ricostruire

Luchini mattatore, è un uomo da ricostruire

Nella dramedy Parlami di te, in sala dal 21 febbraio

ROMA, 22 febbraio 2019, 09:48

di Francesca Pierleoni

ANSACheck

La locandina di Parlami di te - RIPRODUZIONE RISERVATA

La locandina di Parlami di te - RIPRODUZIONE RISERVATA
La locandina di Parlami di te - RIPRODUZIONE RISERVATA

 Non poteva che essere un affabulatore, maestro e amante della parola come Fabrice Luchini, a incarnare un uomo che le parole, dopo un ictus, si trova a perderle, confonderle, cercarle, riscoprirle. E' il protagonista di Parlami di te, la dramedy di Hervé Mimran, in parte ispirata alla vera storia di Christian Streiff, ex amministratore delegato del gruppo PSA Peugeot Citroen, che dopo aver tentato di nascondere nel 2008 per mesi le reali conseguenze dell'ictus di cui era stato vittima, è stato licenziato in tronco e ha imparato a ricostruire la sua capacità di parlare e la sua vita su basi diverse.
    Il film, che traccia con delicatezza e ironia la storia di una rinascita fisica e emotiva, ha fra gli interpreti anche la sempre intensa Leila Bekhti e la talentuosa Rebecca Marder, 23enne componente della Comédie Francaise. Dopo aver debuttato in autunno a France Odeon (Festival del cinema francese a Firenze) dove ha vinto il premio del pubblico, arriva nelle sale italiane il 21 febbraio con Bim.
    Al centro della storia c'è Alain Wapler (Luchini), brillante quanto brusco, iperattivo, oberato di lavoro e sempre di fretta (come evoca anche il titolo francese del film, Un Homme pressé, preso dal libro di memorie di Streiff) ad di una grande casa automobilistica. La decina di impegni ogni giorno e il sogno di produrre un'elegante nuova auto di lusso elettrica gli fanno mettere in secondo piano i rapporti umani, compreso quello con la figlia Julia (Marder). La sua vita viene rivoluzionata quando quella che sembrava una breve siesta in ufficio si rivela in realtà l'inizio di un ictus, prontamente individuato dall'autista che si precipita a portarlo in ospedale. Vengono e evitate le conseguenze più gravi, ma l'apoplessia tocca la memoria e l'area cerebrale del linguaggio. Così, all'improvviso, Alain si ritrova a cercare esprimere i suoi pensieri attraverso frasi incomprensibili fatte di sillabe spostate, parole capovolte o assonanze, a volte imbarazzanti (arancetta per lancetta, porco per porto, leccare per lasciare, ecc). Wapler, abituato a primeggiare, deve così imparare a impostare vita e scelte su tempi diversi, soprattutto dopo un 'terremoto' al lavoro. Gli restano come punti fermi la figlia, il cane di famiglia e la logopedista Jeanne (Bekhti) che, oltre ad aiutarlo a ritrovare l'eloquio, deve affrontare un capitolo fondamentale del proprio passato.
    Il film, che perde un po' di ritmo nella seconda parte, ruota intorno non solo alla capacità di Luchini di creare una trascinante oratoria dell'assurdo, ma anche in quella di fondere con grazia commedia e dramma nel percorso umano del protagonista, evitando il patetismo. "La ricostruzione è il tema principale del film - spiega il regista nelle note di produzione -. Un tema universale poiché riguarda sia un uomo che conduce una vita agiata, sia un impiegato che si ritrova disoccupato a 50 anni. Nella corsa sfrenata al successo, al denaro, alla riuscita, le persone dimenticano di fermarsi un istante a riflettere su quello che sono, su quello che desiderano veramente".
   

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza