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Glass, superuomini al manicomio

Shyamalan conclude sua trilogia dopo Unbreakable e Split

L'anarchico, la mente, l'eroe riluttante: sono i tre archetipi che M. Night Shyamalan, proietta in un confronto senza esclusione di colpi fra le mura di un ospedale psichiatrico, in Glass, capitolo finale della trilogia incrociata su un supereroe e due supervillain, in arrivo in sala dal 17 gennaio con Disney. Il versatile regista, con una carriera punteggiata da successi globali e flop da record, tira le fila del racconto iniziato con Unbreakable (2000), dove David Dunn (Bruce Willis), scopriva le sue straordinarie abilità dopo essere stato l'unico sopravvissuto in un disastro ferroviario pianificato dal brillantissimo e letale Mr Glass (Samuel L. Jackson), e proseguita con Split, (2017), ritratto di Kevin Wendell Crumb (James McAvoy), funambolico serial killer abitato dall'Orda, cioè 24 personalità diverse, tra le quali una potentissima e quasi invulnerabile, 'La Bestia'.

    A differenza dei film Marvel e DC Comics, Shyamalan non ha adattato un fumetto, ma ha creato i suoi super-personaggi, immergendoli nella vita reale, evitando un utilizzo massiccio di Cgi e tenendo fede al genere che preferisce, il thriller.

    "Voglio che ciascun film sia un'opera completa, con una sua forza, un suo linguaggio, una sua originalità - dice il regista nelle note di produzione -. Ma la trilogia, nella sua interezza artistica, è più della semplice somma delle parti. I tre film si onorano a vicenda come fratelli e sorelle".
    Quella che è stata ribattezzata la 'Eastrail 177 Trilogy' (per il ruolo del treno deragliato nel primo film, su tutte le storie) in Glass, riprende da David (Willis), che di giorno vende apparati di sicurezza e di notte si attiva con l'aiuto del figlio, facendo da supervigilante a Philadelphia. Ora è sulle tracce di Kevin Wendell Crumb/La Bestia, che ha di nuovo rapito delle adolescenti. L'inevitabile scontro fra i due superuomini si conclude con l'arresto di entrambi e il confinamento sotto stretta sorveglianza in un ospedale psichiatrico, affidati alle cure di Ellie Staple (Sarah Paulson), psichiatra specializzata in pazienti convinti di essere personaggi dei fumetti. E' la stessa struttura dove è rinchiuso anche il geniale Elijah Price (Jackson) alias Mr. Glass (per la malattia che lo affligge, l'osteogenesi imperfetta, che rende le sue ossa fragili come vetro), responsabile di centinaia di morti, fra cui gli oltre 130 dell'East 177 Trilogy e sempre più convinto di essere un supercattivo. Riunire i suoi eroi e antieroi nello stesso ambiente permette a Shyamalan di approfondire la tessitura psicologica dei suoi personaggi in particolare nelle loro fragilità, ma il racconto, a confronto con i punti di snodo tipici del genere 'superhero', dallo scontro con il mondo esterno ai racconti 'di origine' dei personaggi, perde di originalità e potenza. Una caduta che vari critici americani non gli perdonano, soprattutto dopo il grande ritorno alla ribalta con Split, accolto due anni fa con critiche entusiastiche e incassi boom (quasi 280 milioni di dollari nel mondo a fronte di un budget di appena 9). Ora sarà pubblico (il film debutterà la prossima settimana negli Usa e in un'altra ventina di Paesi) a decidere se la resa dei conti fra uomini e superuomini sia riuscita. Intano Shyamalan è già al lavoro su un altro thriller psicologico, stavolta in formato serie tv (ancora senza titolo) in 10 episodi per Apple tv. (ANSA).
   

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