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Tea Falco, racconto la mia Sicilia surreale

Asia Argento? Grande artista, sarà ricordata per il coraggio della sua denuncia

 Citazione 'modificata' di un quadro di René Magritte per il titolo, 'Ceci n'est pas un cannolo', e soprattutto tanta voglia di raccontare la sua Sicilia in questo docu-film che dal Biografilm Fest di Bologna si vede su Sky Arte il 29 giugno.    L'attrice trentunenne catanese Tea Falco, che Bernardo Bertolucci fece debuttare al cinema nel 2012 in Io e Te -  si è messa così per la prima volta dietro la macchina da presa per raccontare le tante voci della sua terra attraverso una serie di personaggi (venti) che danno libero sfogo alle loro opinioni: si va dal posteggiatore abusivo al trans, fino al poeta estemporaneo.

Un docu-film, tra Ciprì e Maresco e 'N-Capace' di Eleonora Danco, con una chiara vena surreale per descrivere una terra in cui si respira allo stesso tempo l'anima di Luigi Pirandello, la tragedia greca e la cultura arabo-bizantina. "Facendo questo lavoro è come se avessi digerito la Sicilia", ha detto all'ANSA Tea Falco, fotografa prima di diventare attrice. "Volevo fare un'analisi antropologica della Sicilia attraverso venti personaggi e il loro punto di vista sulle cose della vita. Il fatto è che la mia terra resta la culla del mondo, anche se oggi è molto cambiata. Rimane però in lei una grande naturalezza e una forte identità culturale. In Sicilia - aggiunge - ci sono meno regole e dunque più tolleranza e libertà".
    Tra i monologhi di 'Ceci n'est pas un cannolo' pareri diversi sul fenomeno dei migranti, c'è chi è per l'accoglienza totale e chi vorrebbe solo buttarli in mare: "Penso che la terra sia di tutti - dice la Falco -. Non mi sento italiana, ma di appartenere all'universo. Le persone che emigrano hanno tutto il diritto di andarsene da un paese sfortunato e provare a vivere una vita migliore".
    Sul tema delle molestie alle donne Tea Falco (alias Beatrice Mainaghi nella serie tv 1992, in 1993 e nella futura 1994) ha le idee chiare, perché le ha subite in prima persona: "L'uomo per natura è un animale - dice - e quindi, tendenzialmente, cerca di sopraffare una donna. Le donne però che subiscono queste cose debbono subito denunciare chi le ha molestate. A me è successo quand'ero piccola. Un regista mi ha fatto delle avance e io me ne sono andata. Ero allora talmente piccola che non conoscevo le leggi, non sapevo che avrei potuto denunciarlo. Anche Asia Argento - ha aggiunto - è stata vittima di queste cose e quando le sono successe era veramente piccola, una bambina, non si sapeva difendere. Lei è comunque una grande donna, è una grande artista e credo che tra molti anni sarà ricordata per il coraggio della sua denuncia".
    La bellezza, comunque, non è sempre un vantaggio per un'attrice: "Crea infatti un cliché che fa sì che ti propongano solo certi ruoli come, ad esempio, quello dell'amante. Gli uomini e le donne alla fine hanno la stessa anima - dice la Falco -. Esistono donne intelligenti e stupide, ma quello che per me fa la differenza è l'educazione".

Il documentario è prodotto da Cinedance, che porterà il film in sala in un mini tour in oltre dieci capoluoghi italiani, in contemporanea con la messa in onda su Sky Arte. Il 21 giugno "Ceci n'est pas un Cannolo" di Tea Falco passa al Festival di Pesaro nella sezione "We want cinema", poi partirà la distibuzione nel resto del mondo con la società parigina Wide House.

 

 

   

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