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Brilla il Requiem di Berlioz diretto da Pappano

Concerto d'apertura S.Cecelia, applausi a orchestra e coro

ROMA - Una macchina formidabile di suoni e voci guidata da Antonio Pappano nella esecuzione della monumentale Grande Messe des Morts di Hector Berlioz ha trasformato in un evento il concerto inaugurale della stagione sinfonica di Santa Cecilia. Palcoscenico affollatissimo con trecento musicisti, tra orchestrali, il doppio coro dell' Accademia Nazionale e del Teatro San Carlo di Napoli, e la Banda della Polizia di Stato per il colossale Requiem. Un organico eccezionale, comunque lontano dalle 450 persone concesse a Berlioz - che ne aveva chieste 500 - per la prima dell'opera a Parigi, il 5 dicembre 1837, nella chiesa di Les Invalides. L'imponente spiegamento di forze è giustificato dalla potenza della "cattedrale gotica commovente e poetica", come l' ha definita Pappano, costruita dal compositore francese.

"Siete sopravvissuti?" ha chiesto scherzando il direttore musicale alla cerchia di mecenati e sostenitori dell'Accademia Nazionale che lo hanno salutato al termine del concerto. "Avete ascoltato in tutti i sensi l'importanza di quest'opera che io considero un capolavoro. Le composizioni religiose hanno un significato particolare che richiedono un atteggiamento diverso in sala". Il Requiem di Berlioz mette a dura prova l'orchestra, con l'alternarsi dei momenti di pianissimo che spingono alla riflessione alle pagine apocalittiche come il Tuba Mirum, Rex Tremendae e Lacrymosa, nelle quali sono coinvolti dieci timpanisti e i quattro gruppi di ottoni della Banda della Polizia di Stato dislocati in alto ai lati e al centro rispetto al palco. Vero protagonista è il coro, che anima senza interruzione i dieci movimenti dell'opera. Di particolare suggestione è il quinto movimento senza l'orchestra, con le sole voci a occupare la scena.

Meritatissimi gli applausi finali alla compagine ceciliana, preparata dal nuovo maestro Piero Monti, e a quella del San Carlo, guidata da Gea Garatti Ansini. "E' stata una maratona vocale durissima", ha commentato Monti, che proprio con questo lavoro imponente comincia il suo percorso con l' Accademia Nazionale. Di intensità straordinaria nel Sanctus il tenore messicano Javier Camarena, star del panorama internazionale per la prima volta nella Capitale. "Sono felicissimo di debuttare a Roma con questo pezzo bellissimo. E' un solo un piccolo intervento all' interno di quest' opera grandiosa" ha detto il cantante che nell' aprile prossimo tornerà ad esibirsi a Santa Cecilia ancora con Pappano nella Messa di Gloria di Rossini. A Berlioz, per celebrare il 150/mo anniversario della morte, L' Accademia Nazionale dedicherà anche i prossimi due appuntamenti, il 17 ottobre con la Sinfonia Fantastica e l'Ouverture dal Benvenuto Cellini dirette da Pappano, e il 24 ottobre con l'Ouverture da Bèatrice e Bènèdicte, che vedrà sul podio il direttore ospite principale Mikko Franck.

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