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Roffi, emozione suonare per Morricone

Roffi, emozione suonare per Morricone

Il talento della fisarmonica dopo il debutto all' Auditorium

12 febbraio 2019, 08:49

Luciano Fioramonti

ANSACheck

- RIPRODUZIONE RISERVATA

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"Prima che la porta per il palcoscenico si aprisse, dai vetri oscurati ho visto la sala piena. Morricone aveva appena diretto un suo brano. Toccava a me. E' stata un' emozione incredibile. I miei genitori in platea… In un secondo rivedi tutto e ti dici: ce l' ho fatta. Suonare al Parco della Musica davanti al Presidente della Repubblica Mattarella, con quell' orchestra, tra le migliori al mondo. Ero in trance". Pietro Roffi, giovane talento della fisarmonica, confessa di avere ancora i brividi nel ricordare il suo debutto all' Auditorium di Roma lo scorso settembre per un evento eccezionale, la festa organizzata dall' Accademia Nazionale di Santa Cecilia per i 90 anni di Ennio Morricone. "Mentre suonavo mi sono commosso - racconta -. Quel momento, il pezzo meraviglioso, il suono del mio strumento, il silenzio assoluto in sala e il godimento totale. Mi sono detto: è questo che voglio fare nella vita". A scoprire e a lanciare Pietro, 26 anni di Valmontone (Roma), nella magia di quella serata era stato qualche mese prima Dario Marianelli, premio Oscar nel 2008 per la colonna sonora del film "Espiazione. "Mi ha telefonato a luglio - dice Roffi - perchè Santa Cecilia gli aveva commissionato un pezzo da dedicare a Morricone per una serata al quale avrebbero partecipato anche Nicola Piovani, altro premio Oscar. 'Ho pensato a un pezzo con la fisarmonica solista', mi ha detto. Mi sono messo a piangere. Dopo qualche settimana Marianelli mi ha mandato la Piccola Serenata. L' idea di suonare il brano bellissimo di un musicista che amo mi ha riempito di gioia". L' orchestra mi ha abbracciato e accolto con calore. "Hai un suono pazzesco. Lo so che non ci credi ma ricordati che sei il solista. Puoi rinunciare al frac e vestirti come ti pare" mi ha detto uno dei professori. Come tutte le storie anche questa ha un inizio, nel 2017. "L' incontro con Marianelli mi ha cambiato la vita. In vista di una serata dedicata a lui, stavo provando con l' orchestra dell' Università Roma Tre un brano della sua colonna sonora di Anna Karenina. Nella platea vuota vedo uno sconosciuto che osservava una partitura. La mia parte prevedeva poche note che ho eseguito non visto perché davanti a me c' era il direttore d' orchestra.
    Alla fine quell' uomo è salito sul palco e ha chiesto 'Chi è il fisamonicista?'. Ero senza parole. 'Io ti scrivo un pezzo per fisarmonica e orchestra' mi ha detto Marianelli complimentandosi mentre tutti i musicisti applaudivano". Il compositore ha lasciato al giovane il numero di telefono e dopo qualche mese lo ha richiamato per farlo suonare nella colonna sonora del film di Marco Tullio Giordana "Nome di donna", uscito nel marzo scorso. "Pietro non è soltanto tecnicamente preparatissimo - ha detto di lui il maestro - ma anche un musicista di un'espressività poetica e raffinata, capace di far cantare il suo strumento e di seguire il pensiero musicale del compositore con immaginazione e empatia".
    Pietro Roffi ha già collezionato decine di concerti all' estero. Appena uscito dal Conservatorio di Santa Cecilia si è esibito in Cina. Poi Australia, Argentina, Romania, Inghilterra, Lituania, Spagna. L' ultima tappa, lo scorso a novembre, è stata Rio de Janeiro chiamato dall' Istituto Italiano di Cultura. Il prossimo agosto sarà di nuovo in Cina, ad ottobre in Norvegia, a novembre a Cuba. E poi le incisioni, tra cui il suo "Est Ovest" , l' extended play "Tutto Tango", del 2018, con il pianista Alessandro Stella, e dieci pezzi nuovi che usciranno a breve. Se il buongiorno si vede dal mattino, per Pietro lo si era capito da quando era alle elementari. Il padre Alberto, 52 anni, operaio, e la madre Roberta appassionati di ballo liscio, amavano ascoltare mazurche, valzer e polche in cui la fisarmonica trionfa. Nel 1999, a nove anni, Pietro decide: "Voglio imparare a suonarla". Il padre parla con Onorio, un appassionato autodidatta che si esibiva nelle feste di paese, che dopo poche lezioni consiglia di comprare al piccolo apprendista uno strumento professionale, allora dal costo astronomico di 2 milioni e 900 mila lire. Da lì cominciato il frullatore di studi, concorsi, premi, fino al diploma al Conservatorio. "Mi rivedo spesso con il grembiule delle elementari, solfeggiare ogni giorno la mattina in casa prima di prendere lo scuolabus - racconta Pietro - e poi studiare ore e ore sulla tastiera. Ora il mio obiettivo è dedicarmi alla composizione, far conoscere la mia musica e continuare a suonare con le grandi orchestre. La fisarmonica ha un suono moderno e affascinante e non va più considerata solo per il tango o per le feste da balera, è uno strumento che può spaziare in tutti i generi. Mi piacerebbe incontrare Jovanotti, che amo ascoltare, per proporgli un assolo in una sua canzone. Lorenzo Cherubini è un grande artista. Sono convinto che sarebbe una bomba". (Ansa).
   

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