Riscattare Isabel Archer,
liberarla. John Banville voleva questo nel suo imprevisto sequel
di 'Ritratto di Signora' di Henry James. Ma, alla fine, "non ho
potuto farlo" dice lo scrittore, Booker Prize nel 2005, a
Pordenonelegge con il suo nuovo romanzo 'Isabel', pubblicato da
Guanda nella traduzione di Irene Abigail Piccinini.
"'Ritratto di Signora' è un romanzo terribile. Si ha questa
immagine di Henry James come di un romanziere gentile, che
scrive con uno stile elaborato, ma non è assolutamente così. Era
ben altro. Sapeva bene come fosse la vita, conosceva
profondamente il male. Quel male che consiste nel fatto che le
persone sono usate dagli altri e non possono vivere la loro
propria vita" spiega Banville, elegante e ironico autore di
romanzi letterari e gialli. "Isabel è stata posseduta, le è
stata negata la sua vita. Avevo l'illusione di poterla liberare,
di darle un finale felice nel nuovo mondo. La verità è che sia
'Ritratto di Signora' che 'Isabel' sono due romanzi sulla natura
del male".
Riproduzione riservata © Copyright ANSA