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Fantasmi, grandi navi e futuro a Marghera /trailer esclusivo

Andrea Segre fuori concorso con Il pianeta in mare

Il 'cuore meccanico' della Laguna di Venezia, "che da cento anni non smette di pulsare": 'fantasmi, ritmi, persone e vite nel complesso industriale e portuale di Marghera tracciano i contorni in Il pianeta in mare, documentario di Andrea Segre, fuori concorso alla Mostra del Cinema di Venezia (28 agosto - 7 settembre) per poi arrivare in sala dal 26 settembre distribuito da Zalab Film, anche coproduttore con Rai Cinema e in associazione con Luce Cinecittà. Il film non fiction, come rivela il trailer, ci porta in un'area industriale di oltre 2000 ettari (è fra le più grandi d'Europa) dove lavorano operai di oltre 60 nazionalità. Una macchia di grigio, fumo, e i colori di centinaia di container scaricati dalle navi intercontinentali. La natura, intanto, lentamente prova a riappropriarsi degli spazi delle fabbriche dismesse, come il complesso petrolchimico. Squarci diventati spettrali fra acciaio, vetro e cemento armato, percorsi nel documentario da chi ha lottato, anni prima, anche con proteste eclatanti, come il presidio in cima a una torre dello stabilimento, a 150 metri d'altezza: tutto in difesa di un posto di lavoro, costato a molti, negli anni, la salute. Un viaggio tra alti forni, ciminiere delle raffinerie e gli enormi cantieri in fibrillazione per le grandi navi, dove squadre composte anche da molti immigrati, allestiscono eleganti cabine di prima classe e arredi dal lusso plastificato. Un luogo che guarda anche al futuro, con progetti di riqualificazione come quello di Vega (VEnice GAteway for Science and Technology), uno dei più importanti Parchi Scientifico-Tecnologici in Italia, diventato casa di aziende 2.0, nel pieno dell'economia globale, con gli uffici pieni di operatori ai computer. Si guarda contemporaneamente al passato con il materiale d'archivio, proveniente dall'Archivio Storico Istituto Luce Cinecittà e Aamod - Archivio Audiovisivo Del Movimento Operaio E Democratico e al presente con le vite quotidiane, fra gli altri, di nuovi 'abitanti' come gli immigrati, che lavorano nei cantieri ma cercano di tenere vivo il contatto con le famiglie lontane; figure di riferimento come Violetta detta Viola, proprietaria dell'ultima trattoria, popolata di giorno di operai e la sera di famiglie e anziani; i camionisti che ricordano i bei tempi andati nei quali 'si guadagnava' e i due giovani proprietari di un'impresa d'ultima generazione, tanto cosmopoliti quanto legati alle loro radici. "Le tante ferite e le tante crisi che hanno attraversato questa zona industriale, come molte altre in Italia, hanno costruito una grande rimozione nazionale. Crediamo che in quegli spazi non ci sia più nulla, più nessuno- dice Andrea Segre nelle note di produzione - . Invece non è così. Un regista di cinema documentario ha un importante compito: portare le persone lì dove non possono o non vogliono entrare. Il Pianeta in mare nasce per questo".
   

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