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Daniel Craig, 50 anni per 007

Daniel Craig, 50 anni per 007

Sex symbol con stile, nel 2019 nuovo film Bond 25

ROMA, 01 marzo 2018, 21:06

Giorgio Gosetti

ANSACheck

© ANSA/EPA

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(ANSA) - ROMA, 1 MAR -L'ora fatidica dei 50 anni scocca anche per Daniel Craig, l'ormai leggendaria incarnazione moderna dell'agente 007, il 2 marzo prossimo. Nella sua città natale, Chester, capoluogo della contea del Cheshire nel Galles, si prevedono festeggiamenti regali ma l'attore mantiene anche ora la sua celebrata privacy che lo fa icona discreta del grande schermo. Figlio di genitori divorziati, il biondo Daniel Wroughton Craig cresce da ragazzo ribelle. Ispirato dalla madre (professoressa di storia dell'arte) vede nel teatro il suo riscatto sociale e, dopo un breve matrimonio da cui avrà un figlio, sbarca a Londra e riesce a farsi accettare al Barbican, uno dei teatri più esclusivi della capitale, continuando gli studi con compagni come Ewan McGregor o Joseph Fiennes. Entra nel cinema dalla porta di servizio, con un piccolo ruolo in "La forza del singolo" di John Avildsen (1992). Ottiene consensi nella prima grande produzione a cui partecipa ("Elizabeth" con Cate Blanchett nel 1998) e nel ruolo di un omosessuale per John Maybury in "Love is the Devil" dell'anno successivo. Ma la sua prima occasione fortunata viene dalla tv: Steven Spielberg lo scrittura per un ruolo ne "Le avventure del giovane Indiana Jones" di Simon Wincer e, convinto dalle doti di Craig, lo vorrà poi, a fianco di Eric Bana, nel suo "Munich" del 2005. Intanto si fa conoscere con produzioni ad alto budget come "Lara Croft" di Simon West (2001) o "Era mio padre" di Sam Mendes (2002) con cui stringerà una vera amicizia. Dopo il successo di "Munich" partecipa al casting per il nuovo 007 dove le brevi stagioni di Timothy Dalton e Pierce Brosnan e convince la famiglia Broccoli a sfidare la tradizione, vestendo i panni della superspia, secondo attore biondo dopo Roger Moore. Nel 2006 appare sugli schermi il "suo" Casinò Royale e il consenso è unanime. Con quali armi vince, a distanza e dopo una quarantina d'anni, la grande sfida con Sean Connery, cui ha sempre reso omaggio? Dal predecessore scozzese eredita una brutalità controllata, una mascolinità accentuata, un tono scanzonato e cinico che muta rapidamente in freddezza e decisione. Diversamente da Connery sa però aderire anche alla complessità psicologica del personaggio così come lo voleva il suo creatore, Ian Fleming, specie nell'ansia di ritrovare le sue radici, nella perdita del padre (e della madre), nel rapporto spesso polemico con i valori eterni della Corona e della tradizione britannica. Di fatto il suo stile sobrio e quasi "americano" piace alla critica, ai fan di 007, al grande pubblico e la sua maschera scolpita nel marmo rilancia la leggenda di Bond oltre la guerra fredda (il clima in cui era nato), oltre l'epoca dei super-eroi, in tempo per duellare alla pari con i nuovi miti popolari di Tom Cruise, Lara Croft, il principe Aragorn del "Signore degli anelli". Non è un caso che tutte le sue quattro incarnazioni della spia inglese siano strepitose conferme al box office e che l'apprezzatissimo "Skyfall" (2012) sia il film di 007 più visto di sempre. A questo risultato contribuiscono due fattori non secondari: le regie del vecchi amico Sam Mendes e il suo impegno diretto come co-produttore che lo coinvolge in tutte le fasi di sviluppo delle pellicole. Per i giochi olimpici di Londra 2012, Danny Boyle l'ha voluto - da protagonista - nel cortometraggio per la cerimonia d'apertura facendolo duettare con la Regina Elisabetta in una riuscita parodia di se stesso in cui l'humour britannico stempera ogni sospetto di lesa maestà. Attento alla sua immagine e preoccupato di sfuggire allo stereotipo di semplice "figurina" bondiana, Daniel Craig si è cimentato in ruoli e film anche molto diversi nello stesso periodo: dal duetto con Nicole Kidman in "La bussola d'oro" alla coppia con Harrison Ford in "Cowboys & Alien", fino al personaggio di Mikael Blomkvist nella versione americana di "Millennium" diretta da David Fincher. Così, dopo il suo quarto 007 ("Spectre" del 2015 girato anche a Roma, Craig annuncia il suo proposito di ritirarsi dal'impresa per cercare fortuna altrove. Ma ancora una volta il fascino del personaggio e la proposta di un coinvolgimento diretto nello sviluppo del copione lo indurranno a rimanere: tornerà nel 2019 per il 25mo film della serie (la più longeva del grande schermo) e si dice cha a convincerlo sia stata anche la promessa di un assegno da 150 milioni di dollari. Forse una malignità per l'attore che rifiutò fin dall'inizio di diventare bruno per assomigliare a 007, che smise di fumare per recitare senza controfigura in molte delle scene d'azione, che sfugge da sempre la mondanità e si dichiara devoto soprattutto al cinema di Robert Altman. Da alcuni anni vive tra Londra e New York con la sua nuova compagna, l'attrice Rachel Weisz, quest'anno apparirà solo in tv per la serie "Purity" prodotta da Scott Rudin, sa di essere un sex symbol senza confini, ma non nasconde il desiderio di tornare sul palcoscenico del teatro. Che sia questo il regalo che medita di farsi per il suo compleanno?

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