I ritratti, gli ambienti, i paesaggi
interpretati in chiave intimista, seguendo con il segno
pittorico il filo mutevole delle emozioni: è la mostra "Marcella
Caja. Il colore dei sentimenti", allestita a Roma dal 20 aprile
al 1 maggio negli spazi del Museo Boncompagni Ludovisi per le
Arti Decorative, il Costume e la Moda dei secoli XIX e XX e
dedicata all'artista romana a 35 anni dalla scomparsa.
Attiva nella Capitale nella prima metà del '900, Marcella Caja
(Roma, 1895-1983) fu dapprima influenzata dal naturalismo
napoletano accademico dei primi decenni, per poi avvicinarsi
alle modalità espressive della Scuola di via Cavour e della
Scuola Romana degli anni Quaranta. Alla maturità artistica si
accompagna la conquista di uno stile volto a raccontare le
sfumature psicologiche: l'artista infatti appare capace di
penetrare in modo profondo nei sentimenti per renderli visibili
sulla tela. Guardando i lavori della Caja, tutti carichi di
grande vitalità, emerge chiaro quanto i segni pittorici e i suoi
"ritratti psicologici" siano lo strumento per aprire la porta
dell'anima e dare voce al mondo emotivo dei soggetti
protagonisti dei quadri.
Proprio nel giorno di inaugurazione della mostra, Stefano
Baldisseri, autore del volume "Marcella Caja. Il colore dei
sentimenti" (edito da The Sign Society, Roma, 2017), presenterà
insieme a Mariastella Margozzi e a Maria Giuseppina Di Monte il
catalogo ragionato delle opere della pittrice. Ripercorrendo per
il pubblico le conversazioni avute con l'artista sul potere
evocativo dell'arte, Baldassarri racconterà l'intera carriera
della Caja, a partire dagli studi all'Accademia di Belle Arti di
Roma e dal "Pensionato" all'Accademia di San Luca fino al
raggiungimento di uno stile personale imperniato sulla resa
pittorica dei sentimenti, nel quale si ritrovano echi di maestri
come Mancini, Toma e il primo Balla. La mostra è visitabile
tutti i giorni (eccetto il lunedì) con ingresso gratuito dalle
9.30 alle 19.
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